Il match di Champions League di martedì sera fra Juventus e Bayern Monaco entrerà, senza il minimo dubbio, nel novero delle rimonte più incredibili della storia del calcio europeo. Vista la superiorità schiacciante dimostrata dalla squadra tedesca nei primi 60 minuti di gioco sembrava impossibile riaccendere il lume della qualificazione ai quarti di finale. Impossibile sì, ma non per tutti. La squadra, buttando il cuore oltre l’ostacolo che pareva insormontabile, ha mostrato a tutta Europa il suo immenso carattere dando prova del motivo per cui il suo motto sia “fino alla fine”.
LEADER A CENTROCAMPO – Una grande prestazione, sia a livello tattico, sia a livello caratteriale è stata quella di Paul Pogba. In un primo tempo giocato in un ruolo non suo e passato più che altro a rincorrere gli avversari, le sue giocate sono state le uniche a creare qualche grattacapo agli schemi tedeschi. Il francese, nato nel 1993, ha dimostrato di esaltarsi nelle grandi notti europee ma ancor di più, nonostante la sua giovane età, ha confermato la capacità di prendersi sulle spalle la squadra nei momenti più difficili, quando, come si suol dire, il pallone scotta. Nel secondo tempo, con l’ingresso di Morata e il passaggio ad un camaleontico 4-3-3, è tornato nel ruolo a lui più congeniale e ha mostrato le sue migliori doti tecniche e fisiche: inserimenti, conclusioni in porta e recupero del pallone come in occasione del gol del pareggio di Sturaro.
FUTURO DA SCOPRIRE – Tutto ciò fa pensare che una società che punta a rimanere stabilmente fra le quattro migliori squadre d’Europa non possa permettersi di perdere un talento del genere, uno di quei giocatori fuori dagli schemi e dagli standard comuni. La “spada di Damocle” dei cento milioni di euro però incombe sempre nei pensieri della società e come ricorda il passato con la cessione di un altro fuoriclasse francese come Zidane sono stati acquistati giocatori del calibro di Buffon, Thuram e Nedved. La storia è ciclica, spesso si ripete, ma non è detto che anche questa volta vendere il proprio giocatore di spicco sia la scelta ottimale.
Simone Dinoi