L’attesa di partite come questa ci ricorda quando da piccoli aspettavamo il Natale. Un’attesa che sembra infinita, che se non bastasse la tensione da sola ci si mettono tutti i media a fare conti alla rovescia in giorni e qualcuno pure in ore. Ti avvicini allo Stadium e hai addosso quel misto di emozione, voglia di goderti lo spettacolo e “paura”, perché l’avversario di oggi non è la squadra dell’oratorio. Tutto pieno, pienissimo, con tantissimi tedeschi che abbiamo visto già nel pomeriggio affollare le vie e i parchi del centro e che ora sono tutti lì, tra settore ospiti colmo e qualche sconfinatore in tribuna. Alla lettura delle formazioni, un bell’applauso quando lo speaker recita “Arturo Vidal”. Nonostante il quasi tradimento, il popolo juventino non dimentica 4 anni di battaglie sportive insieme, forse anche grazie alle parole al miele degli ultimi giorni in cui il cileno dichiarava ancora il suo amore a squadra, città e tifosi. Coreografia da urlo sulle note della Champions con tutto lo stadio nero-bianco-rosso-verde, uno striscione che ricorda Leonida e i 300 e la scritta in Est “Be heroes”, al tempo stesso esortazione ai nostri e omaggio al Duca Bianco appena scomparso. Poi arriva il fischio di inizio, tanto atteso e sempre mentalmente allontanato. Il tempo di un rinvio lungo che si trasforma un po’ per caso in un lancio a Mandzukic che spreca, e si inizia a soffrire un predominio territoriale e di possesso palla che ci accompagna per tutto il primo tempo. Il Bayern è semplicemente “troppo”, pressa altissimo e fa girare la palla come poche altre squadre al mondo. Del resto in panchina c’è Guardiola, il sommo vate del “tiki-taka”, ribattezzato un po’ scherzosamente “tiki-taken” da quando Pep si è trasferito in Baviera. Se poi a manovrare i passaggi hai giocatori come Robben, Lewandowski, Muller, Douglas Costa e via di seguito, l’esecuzione dello spartito non può che trasformarsi in sinfonia. A onor del vero Buffon non viene proprio preso a pallate, sono solo due gli interventi degni di nota e uno proprio su Vidal con un bel tiro da fuori, ma la sensazione è di forza totale, soprattutto nel non consentire alla Juve l’uscita dalla difesa. Lewandowski si mangia un gol a porta spalancata con Buffon sdraiato per terra, e su uno dei pochissimi capovolgimenti di fronte Dybala pesca benissimo Mandzukic in area che però nella sua classica spaccata volante non riesce a replicare il gol di Manchester. Quando lo 0-0 sembra il miglior risultato dopo un primo tempo soffertissimo ecco che Muller gela lo Stadium a due minuti dalla sosta. In quel momento, dopo quel primo tempo, sembrava inevitabile. Sguardi attoniti dei tifosi, e sensazione abbastanza di impotenza. Ma lo Stadium c’è, canta ancora, sostiene. Bene così. L’intervallo dura meno in queste partite, o almeno sembra così, e si ricomincia subito con Hernanes al posto di Marchisio. Si attacca sotto la Nord, o almeno questa è la speranza. L’inizio è promettente ma subiamo subito il secondo gol per assurdo in contropiede, anche se la parte finale dell’azione è un capolavoro totale di Robben, praticamente il suo marchio di fabbrica, una specie di gol alla Del Piero allo specchio essendo l’olandese tutto mancino. Ma la Juve, si sa, non muore mai. Lo Stadium è strepitoso e inizia a intonare “Fino alla fine FORZA JUVENTUS!” e allora Mandzukic recupera palla, vede Dybala nello spazio, gli serve un cioccolatino che Paulo scarta volentieri mandando Neuer da una parte e il pallone dall’altra. Sì sì sì, ci siamo, ci siamo si può fare! La Nord viene giù, tutto lo stadio si esalta e si continua a cantare sempre più forte. la Juve insiste, il Bayern attacca meno e forse un pochino di paura ce l’ha. Cuadrado scalda i pugni a Neuer, Pogba tenta la magia col destro nell’angolino che esce di un niente… UUUHHHHH gridiamo tutti. Entrano Morata e Sturaro, e saranno i nostri eroi di serata. Ancora una palla recuperata da Pogba, palla a Mandzukic, larga a Morata, palla messa dentro di testa per Sturaro che arriva da dietro, sotto di noi, lì davanti, la palla bacia la traversa e Neuer la guarda infilarsi in rete. Dieci secondi di buio in cui gridi e senti solo GOOOOOLLL GOOOOLLLLL GOOOLLLL! La partita è diversa, la Juve è diversa, “ma perché abbiamo buttato via un tempo” ci si chiede sugli spalti. Siamo vivi, vivissimi, e adesso si guardano i minuti come a dire “dai che c’è tempo per vincerla”.
Non succederà, perché il 2-2 sarà il risultato finale di questa partita che vale decenni di abbonamento. Queste partite vanno vissute così, e le mille emozioni ce le ricorderemo a lungo. La coreografia recitava “Be heroes”: i ragazzi l’hanno presa alla lettera, compiendo una piccola impresa sportiva. Veniamo via dallo stadio senza voce e frastornati, ma con una certezza: sarà dura, durissima, ma possiamo dire che non è finita. Perché ancora una volta e più che mai ce la giocheremo #finoallafine. Grazie ragazzi.
Dario Ghiringhelli (@Dario_Ghiro)
This post was last modified on 24 Febbraio 2016 - 16:45