Partiamo da un presupposto molto scontato: contro il Bayern Monaco, per la Juve, sarà durissima. La sfida coi tedeschi rientra sicuramente nella lista delle sfide che flirtano con l’aggettivo impossibile, ma nel calcio tutto può accadere e se ti chiami Juve hai l’obbligo di giocartela anche contro una corazzata che in stagione ha perso soltanto due gare.
A onor del vero, poi, va detto che il Bayern non è mai apparso umano come in questo periodo. I tedeschi rimangono una delle cinque (forse anche tre) squadre più forti al mondo, ma l’aura di invincibilità si è un po’ affievolita. Colpa di un briciolo di sfortuna, che ha messo ko quasi tutta al difesa titolare, e di un clima scosso dall’annuncio dell’addio di Guardiola. L’ex tecnico del Barça rimarrà fino a fine stagione per giocarsi tutti gli obiettivi, ma è inevitabile, in una situazione del genere, concedere ai giocatori almeno un po’ di tempo per metabolizzare la notizia.
Tra l’altro, qualche crepa nel gruppo si era percepita già prima dell’annuncio di Pep. Si parlava di una talpa che rivelasse i problemi ai giornalisti, si era puntato il dito contro la vita di Vidal, che pareva aver ceduto nuovamente ai vizi che hanno contribuito a convincere la Juve a privarsene. Dal tecnico, ai giocatori, fino alla dirigenza, hanno negato problematiche interne, tuttavia voci di un certo tipo sono totalmente nuove in casa Bayern, da cui solitamente vengono fuori pochissime indiscrezioni, si parla pochissimo e si vince tanto.
A proposito di vittorie, se la difesa è in assoluta emergenza, attacco e centrocampo sono tirati a lucido. Lewandowski e Muller sono in grande forma e segnano sempre e in qualsiasi modo, aiutati da gente come Douglas Costa, Robben e Coman. In mezzo al campo, c’è il giocatore più utilizzato (insieme a Muller): l’ex Arturo Vidal. Lui, probabilmente, sarà della partita dal primo minuto, insieme a Xabi Alonso e Thiago Alcantara. Con Khedira e Marchisio si prospetta un duello affascinante.
Detto ciò, la Juve deve crederci. È, come detto, un obbligo morale verso il blasone e i tifosi e, soprattutto, ora lo impongono anche le circostanze. Il Bayern è il Bayern, ma la sensazione è che questa sia l’occasione giusta per stravolgere i pronostici e sorprendere i tedeschi. Questo non significa che sia facile o scontato, ma in Champions League questi due aggettivi, solitamente, non esistono.
Edoardo Siddi
This post was last modified on 22 Febbraio 2016 - 16:31