Sono passate diciotto partite da quel Napoli-Juve 2-1, eppure quel match sembra di una vita fa. I bianconeri in quel momento non stavano attraversando un buon periodo, ma erano anzi in crisi profonda, come non accadeva probabilmente dall’era Delneri. Oggi, alla vigilia del match di ritorno tra azzurri e bianconeri, la situazione juventina è praticamente opposta, visto che Allegri ed i suoi si ritrovano al secondo posto proprio dietro al Napoli, a sole due lunghezze: da tempo hanno messo la freccia in attesa di trovare lo spiraglio giusto per passare davanti.
In mezzo a queste due sfide, diciotto partite di campionato in cui la Juventus ha letteralmente cambiato volto: dopo Napoli arrivò la vittoria col Bologna, il pari con l’Inter, il 2-0 all’Atalanta e il tonfo clamoroso col Sassuolo; da lì in poi, però, la Juve si è trasformata conquistando quattordici vittorie consecutive, record della storia bianconera. Insomma, dopo Napoli la Juventus in campionato ha lasciato solamente quattro punti per strada, a dimostrazione che anche i due schiaffi del San Paolo hanno fatto il loro effetto.
Solo guardando le formazioni di quel Napoli-Juve, i bianconeri sembra praticamente un’altra squadra. Per l’ottava di Serie A, Allegri, costretto anche dagli infortuni, schierò l’ottava formazione diversa dall’inizio del campionato: un 4-3-1-2 con Padoin terzino destro (Lichtsteiner era infortunato), Hernanes in regia (mancava infatti anche Marchisio), Lemina e Pogba ai suoi fianchi (era out anche Khedira). Domani invece, nonostante gli infortuni non lo lascino in pace nemmeno stavolta, Allegri punterà sul consolidato 3-5-2, ma la differenza la faranno soprattutto gli uomini a disposizione: sugli esterni il tecnico avrà la vasta scelta e non dovrà costringere il povero Padoin ad un compito ingrato, ma soprattutto avrà Marchisio in regia. Il Principino è una garanzia: su sedici presenze stagionali in campionato, Claudio ha collezionato quattordici vittorie e due pareggi. Serve aggiungere altro?
Alessandro Bazzanella