Il meglio offerto dal nostro calcio è oramai alle porte. La Serie A regala, sabato 13 febbraio alle ore 20:45, la gemma più bella di cui dispone in questo momento, ovvero quella contenente il match clou fra Juventus e Napoli.
La casa bianconera, che ancora una volta diviene red carpet d’eccellenza per l’occasione, è pronta ad accogliere due compagini che, ad oggi, sarebbero certamente le più meritevoli di essere proclamate campioni d’Italia. A riferirlo, ed a gran voce, non sono altro che le rispettive posizioni occupate in classifica e relativo (minimo) distacco, ma anche i numeri che ne derivano. Juventus e Napoli rappresentano, infatti, le migliori difese del torneo (rispettivamente 15 e 19 gol subiti) oltre che i migliori attacchi (45 e 53 reti all’attivo). Sono le squadre che più delle altre hanno saputo impressionare pubblico e critica: dal più bel calcio giocato in Italia, espresso dal Napoli soprattutto nei primi mesi della competizione alla solidità, alla robustezza ed alla caparbietà dimostrate dai bianconeri artefici di una rimonta impressionante. Due storie, due squadre stellari, due tecnici preparatissimi. Uno contro uno, senza intermediari e radioline ad aggiornare gli uni dei risultati degli altri. Adesso è faccia a faccia. E si fa sul serio.
Lo scontro prevede un gioco corale che si sviluppa attraverso moduli differenti, dal 3-5-2 adoperato da Massimiliano Allegri al 4-3-3 voluto da Maurizio Sarri. Il tutto da’ vita a duelli significativi, che probabilmente potrebbero far valere il loro peso per le sorti del risultato finale. Del resto da questo Juventus-Napoli potremmo aspettarci anche una partita contratta, caratterizzata dalla paura di perdere da parte di entrambe le squadre e magari decisa da una giocata proveniente dal singolo. Proviamo dunque ad analizzare i testa a testa più interessanti, quelli che per intenderci potrebbero valere il peso dei tre punti.
DYBALA VS HIGUAIN – E’ sicuramente il più atteso, il più sensazionale. Il duello che più di tutti promette colpi di genio, nonostante le caratteristiche globali rivelino fondamentalmente una certa diversità fra i due argentini. Intanto il Pipita è trascinatore e leader per gli azzurri. Costituisce l’anima dell’attacco partenopeo e, soprattutto, il terminale più prolifico. In questo campionato continua a rendersi autore di qualcosa di unico, di sensazionale. 24 gol in 24 presenze, 7 reti nelle ultime 6 gare e primato nella classifica relativa alla Scarpa d’oro. Più di Messi, più di Ronaldo, più di Neymar e Suarez. Insomma, è Higuain il vero trascinatore degli azzurri anche se Dybala, dal canto suo, ha già dimostrato di essere divenuto determinante per il gioco della Juventus. L’argentino non segnerà quanto il connazionale a Napoli, è vero, ma ad Allegri vanno bene anche i 13 centri realizzati fin’ora, che peraltro valgono il secondo posto nella classifica marcatori, proprio alle spalle del lontanissimo Higuain. Anche perchè Dybala, rispetto al collega azzurro, è capace di mandare in porta i compagni il triplo delle volte, effettuando numerosi assist vincenti (6 contro 2 e secondo posto in assoluto dietro Lorenzo Insigne). Il Paulo bianconero ha saputo inoltre raccogliere sin dalle prime partite la pesante eredità lasciata da Carlos Tevez, riuscendo nella non semplice impresa di fare innamorare ancora una volta il pubblico dello Stadium, che negli ultimi anni ha dovuto conoscere ed accettare gli addii di Del Piero e dello stesso Apache. Conscio che il titolo di miglior giocatore del torneo – che ad oggi appartiene ad Higuain – potrebbe essere suo nel prossimo campionato, si appresta ad affrontare il numero 9 del Napoli da assoluto protagonista.
MORATA VS INSIGNE – Vero, i due campioncini di Juventus e Napoli ricoprono ruoli differenti, ma entrambi potrebbero risultare determinanti ai fini del risultato. Insigne risulta prezioso in qualità di uomo assist (primato assoluto con 9 passaggi fruttuosi effettuati in questo campionato), ma è pur vero che anche in fase realizzativa il suo contributo si rivela decisamente importante. 10 reti realizzati in 23 presenze, infatti, lo piazzano al quinto posto della classifica marcatori e contribuiscono a portarlo alla ribalta di un anno sin qui decisamente da incorniciare. Lo ricordano bene anche i bianconeri, che al San Paolo subirono proprio dal funambolo azzurro la rete del vantaggio partenopeo. Dall’altra parte Morata, lo spagnolo rivelazione della passata stagione che però vive da un po’ un periodo di difficoltà, nonostante le recenti doppiette siglate all’Inter in coppa Italia ed al Chievo Verona in campionato. Tuttavia Alvaro dispone della più totale fiducia da parte dell’intero ambiente juventino, tant’è che dalle parti di Torino si confida nell’importanza di un match come quello da giocare contro il Napoli per risvegliare ancora una volta l’animo del Morata goleador. In Champions League, nelle gare che più hanno contato, lo spagnolo giocò infatti un ruolo determinante per permettere alla Signora la contesa della coppa al Barcellona dei sogni, sino a venti minuti dalla fine. La Juventus ha bisogno anche del suo bomber per ritrovare il primato in solitaria. Non c’è occasione migliore.
POGBA VS HAMSIK – Due centrocampisti eccellenti del nostro campionato, che sino ad oggi hanno disputato partite divise a metà fra il sacrificio compiuto per il bene della squadra e la spettacolarità del loro supporto in zona gol. Il francese è partito in sordina, specchiandosi troppo ad inizio stagione e trovando poche volte la concretezza. Pensateci, la Juve ha ricominciato a marciare a pieno regime anche quando Pogba è tornato a fare il polpo, ed a scrollarsi di dosso la pesantezza di una maglia che trasuda la storia del club bianconero. L’asso della Juventus ha ripreso a giganteggiare nel cuore del centrocampo bianconero fornendo un contributo che ad oggi si misura in 5 realizzazioni e 4 passaggi vincenti, lo stesso fornito da Hamsik al Napoli. Lo slovacco, infatti, rispetto alla gestione targata Benitez sembra essere rinato, anche per via dell’arretramento nel terzetto di centrocampo, ruolo che risulta a lui più congeniale. La cresta più amata di Napoli è tornata dunque a brillare, ed ora Sarri si gode anche in questo caso i frutti del suo operato.
MARCHISIO VS JORGINHO – Sono i due registi silenziosi della squadra. Nessuno dei due offre giocate da far sgranare gli occhi come un certo Pirlo era solito fare, ma entrambi hanno garantito equilibrio e solidità al tempo stesso, risultando fondamentali per i successi delle loro squadre. Non a caso, infatti, sia lo juventino che il napoletano risultano ancora a secco di reti. Dediti ad orchestrare il gioco ed a fungere da filtro davanti ai compagni della difesa, Marchisio e Jorginho compiono anche quel tipo di lavoro definito sporco dai più, reso quasi invisibile dalle belle giocate dei compagni, ma altrettanto importante e necessario. Il regista della Juventus ha studiato dal migliore, ha studiato da Pirlo. Ha cominciato a destreggiarsi (con ottimi risultati) già da quando ancora il Maestro deliziava i palati dei tifosi bianconeri nel corso della passata stagione, e preparandosi dunque all’imminente cambio della guardia. Addio agli inserimenti dunque, addio alle soddisfazioni in zona gol. Poco importa. Se è vero che la squadra viene prima di tutto, Marchisio ne rappresenta l’esempio perfetto. L’evolversi delle situazioni sembra sorridere anche di più a Jorginho, nonostante l’arrivo ai piedi del Vesuvio sulle ali dell’entusiasmo. Il centrocampista ha conosciuto, difatti, soltanto le panchine della gestione Benitez, penalizzato anche da un diverso assetto tattico. Il loro contributo si rivelerà fondamentale nell’organizzazione del primo possesso palla.
BUFFON VS REINA – Se si guarda alla storia dei due, naturalmente, il confronto non si pone. Ma qui si parla della stagione in corso, ed entrambi più volte hanno saputo chiudere le saracinesche quando le difese proprio non ce l’hanno fatta a contrastare gli attacchi avversari. Non a caso le loro porte sono quelle meno violate dell’intera Serie A. La loro sfida a distanza potrebbe rivelarsi decisiva al pari di quella fra Dybala ed Higuain. Entrambi guidano le loro difese con personalità e sicurezza, e questo risulta particolarmente importante per permettere all’intero reparto di giocare buone partite, e di metterci qualcosa in più che non sia soltanto il cuore e la corsa. Ad esempio il cervello. Lo spagnolo ha fortemente voluto il ritorno nel capoluogo campano dopo la parentesi vissuta al Bayern, praticamente stregato dalle bellezze e dal calore della gente di Napoli, oltre che alla naturale possibilità di tornare a vestire un ruolo da protagonista. Buffon, invece, continua semplicemente a vivere e giocare da leggenda in campo, facendo si che ragazzini di talento come Donnarumma, possano realizzare veri e propri sogni come quello di giocarci contro dopo anni di ammirazione in tv. Non serve aggiungere altro per la storia vivente dei pali bianconeri.
ALLEGRI VS SARRI – Non il confronto più atteso, ma sicuramente fra i più interessanti. Due allenatori, due toscani, due stagioni differenti vissute fino ad oggi. Il primo è passato dal giocarsi il terzo titolo della stagione contro il Barca fra le acclamazioni a furor di popolo, sino alla graticola del 28 ottobre 2015 che lo ha fatto traballare paurosamente dopo aver perso a Reggio Emilia contro il Sassuolo, ed aver toccato il momento peggiore della sua avventura in bianconero culminata con il dodicesimo posto in classifica. Da lì in poi la ripresa, cominciata in silenzio e da quel gol liberatorio di Cuadrado nel derby. Preludio della grande rimonta. Il tutto condotto con “calma ed equilibrio”, come sempre ama ricordare a chiunque. Adesso è tornato a rivestire i panni del grande Max, ma del resto si sa come le cose vanno nel mondo del calcio. E lui ci è sempre passato sopra, magari facendoci anche una battuta. Ha conosciuto le stesse sensazioni anche Maurizio Sarri, durante le primissime giornate di campionato. Il suo Napoli aveva subito qualche battuta d’arresto di troppo e già la pazienza si vociferava potesse giungere al termine. Giudicato come un tecnico di provincia, buono a far giocare bene le squadre che comunque non presentano particolari pretese, Sarri è riuscito a smentire tutti proponendo anche a Napoli il bel gioco fatto vedere ad Empoli, e conducendo una campagna acquisti estiva in piena sintonia con la dirigenza. Oggi tende ancora a rifiutare l’accostamento del suo Napoli alla parola scudetto il buon Maurizio, tenendo a bada la pressione ed il calore di una città che altrimenti potrebbero travolgere l’intero giocattolo, e scaricando da abile stratega la responsabilità che deriva dall’essere favoriti, ma che apparterrebbe ad altri ancora oggi.
Rocco Crea (Twitter @Rocco_Crea)
This post was last modified on 11 Febbraio 2016 - 12:02