Se il Frosinone si è scansato nessuno se n’è accorto, manco la Juve, che per incassare una “quattordicesima” considerata dai più una formalità ha dovuto dar fondo a risorse psicologiche apparse in riserva per buona parte della gara.
La partita del “Matusa”, una di quelle potenzialmente in grado di rovinare un campionato, è stata vinta con ampio merito, ma con modalità ben diverse da quelle sciorinate nelle trionfali trasferte di Udine e Verona.
Le sofferenze patite nel turno casalingo infrasettimanale, infatti, si sono riproposte anche al cospetto di un’antagonista che, pur senza strafare e con l’ausilio dell’indispensabile pizzico di buona sorte, era riuscita a mantenere inviolato il perimetro difeso da Leali sino al 28′ del tempo di clausura.
Vero che quando non si sblocca in fretta il risultato le cose si complicano e sulle palizzate nemiche l’impietoso scorrere del tempo corrobora morale e propensione al sacrificio, ma altrettanto vero che, probabilmente, l’approccio iniziale avrebbe dovuto essere decisamente più aggressivo e meno lezioso, a maggior ragione a fronte di una manovra poco sciolta, che ha risentito in maniera importante tanto dei minori equilibri imposti dall’assenza di Khedira quanto della mancanza di un preciso riferimento nei sedici metri ostili; quello che Marione Mandžukić assicura, peraltro con tremenda concretezza.
La soluzione del rebus ciociaro ha richiesto sostanzialmente tre fattori: maggior determinazione nella spinta offensiva, un giro-palla più veloce e, soprattutto, la dismissione del pernicioso egoismo professato nella prima frazione dagli uomini normalmente deputati a sparigliare le carte.
Tra questi, è apparso in grande spolvero il colombiano in affitto, autore di una prestazione sopra le righe che gli è valsa il titolo di “man of the match”, impreziosita da una rete il cui peso specifico, nell’economia del torneo, è appena leggermente inferiore a quella che diede origine alla formidabile striscia vincente tuttora perfettibile.
Meno appariscente, ma comunque incisiva, anche l’esibizione del “Sivorino”. Sistematicamente picchiato e talvolta indeciso nella scelta delle zolle migliori, quando ha potuto armare il piede mancino ha confermato la sua letalità; caratteristica ben lungi dall’accompagnarsi all’iberico impomatato, troppo suscettibile e, a parte la circostanza in cui ha servito a Dybala il pallone del raddoppio, sempre in difetto di lucidità.
Note di merito anche per i diffidati, giudiziosi nello spendersi in contrasti resi puliti anche dalla modesta opposizione dei gialloblu di Stellone.
Archiviata l’escursione nel Lazio, Madama potrà eccezionalmente dedicare un’intera settimana alla preparazione del prossimo impegno e alla correzione in proprio dell’anomalia che ancora le disturba l’orizzonte.
Avrà tutto il tempo per ricaricare le pile; non basterà per il recupero di tutti effettivi in corso di restyling, ma è ragionevole supporre che la portata delle motivazioni offerte dalla prossima sfida agevolerà comunque la riproposizione di una Juve più bella e migliore.
La ricaduta in cui è incorso Chiellini e il disgraziato, inopportuno infortunio di Caceres, hanno apparecchiato un battesimo del fuoco per Rugani, la cui affidabilità totale è ampiamente da verificare, ma non sarà sullo spicchio di terreno nel quale giostrerà l’ex empolese che germinerà la differenza tra le contendenti.
A prescindere dai chiamati alla pugna, prevarrà chi avrà complessivamente nervi più saldi e meglio temprati alla disputa di certi caroselli e, in ultimo, come sempre, chi dimostrerà davvero d’avere più “fame”; una peculiarità agonistica che nessun fatturato è in grado d’acquistare, checché ne dicano alle pendici del Vesuvio.
Poiché sugli appetiti della zebra non è lecito nutrire dubbi, vorremmo poter essere certi anche dell’imparzialità arbitrale, perché, pur comprendendo il desiderio “sistemico” di aria nuova al vertice della classifica, le ultime direzioni di gara propinate alla Signora non hanno brillato per equanimità.
A San Valentino, dunque, con l’auspicio di festeggiare il nuovo innamoramento della Juve con un vecchio fidanzato da sposare poi in maggio: il primo posto!
Ezio MALETTO ( Twitter @EzioMaletto )