Andare sempre e comunque a mille dopo una grande partita tre giorni fa e dodici vittorie di fila, è umanamente impossibile. Ci sono partite che si vincono anche per forza di inerzia, grazie agli spunti dei solisti o semplicemente perché i movimenti sono mandati a memoria e funzionano lo stesso, anche se più lentamente. Ci sono giocatori che, seppur poco appariscenti e pubblicizzati, rappresentano il cuore pulsante di una squadra: se il battito rallenta, rallenta tutto l’organismo. E’ il caso specifico di Claudio Marchisio: se lui non c’è, o non è nella sua serata migliore, la Juve ne risente.
Ntcham lo ha seguito come un’ombra, ripartendogli alle spalle ogni qual volta il Genoa era in possesso palla: tant’è che sul gol di Cuadrado, Bonucci è stato costretto a “richiamarlo” ad una maggiore attenzione sull’interessantissimo trequartista rossoblù. Stesso certosino lavoro quello svolto da Rigoni e Dzemaili su Pogba e Padoin, così come Pavoletti e Cerci andavano a bloccare Barzagli e Caceres per togliere alternative a Bonucci. Risultato? Palla tra le linee a Dybala, sempre abilissimo a farsi trovare smarcato anche se poco assistito dallo svogliato Morata di questa sera.
Seconda alternativa: gli spunti di Cuadrado, che ha dato vita ad un bel duello (spesso vinto) con Gabriel Silva ed ha determinato il gol decisivo. Tolti lui e il “picciriddu”, poco altro da segnalare nella serata bianconera. Il Genoa è stato molto abile nel tenere i reparti sempre stretti, senza concedere né imbucate né profondità, ed il possesso palla piuttosto lento dei padroni di casa non ha liberato quegli spazi che solitamente i bianconeri hanno sempre trovato.
Nel secondo tempo Gasperini ha alzato ulteriormente il pressing, passando al tradizionale 3-4-3 con gli inserimenti di Suso e Capel, ma a quel punto è venuto fuori l’orgoglio della Juventus che ha serrato i ranghi e stretto le linee (da questo punto di vista, Barzagli è stato fondamentale come e quanto Cuadrado nel trascinare in alto la difesa). Juve poco spettacolare ma concreta, e peccato per l’espulsione di Zaza che costringerà Morata e Dybala agli straordinari: vero che prima del Napoli ci sarà una settimana per recuperare, ma certi interventi si possono e si devono evitare. Si cresce anche così.
Gennaro Acunzo