Che Claudio Marchisio fosse una delle mezze ali più forti al mondo si sapeva. Un giocatore da tempi di inserimento incredibili, di una utilità tattica pazzesca. Che sapesse fare il regista a grandissimi livelli sino a qualche anno fa non ci avremmo mai pensato forse.
Il merito di schierarlo in quella posizione è stato di Conte, ma dobbiamo fare tutti i complimenti del caso ad Allegri che gli ha cambiato il modo di giocare in quella posizione. Cosa è cambiato rispetto a qualche anno fa? Quando all’epoca Pirlo aveva qualche problemino, il tecnico leccese provò varie soluzioni che in realtà non furono di suo gradimento. Il primo fu Pogba, troppo macchinoso nello smistare i palloni nonostante un piede fantastico. Poi fu il turno di Vidal, anche questo tentativo vanificò in virtù della troppa irruenza del cileno e della poca regia che poteva fornire in mezzo al campo.
Marchisio, nonostante fosse una mezza ala indispensabile per il gioco di Conte, fu spostato nel mezzo dando quella impostazione di gioco che potesse avvicinarsi al Maestro. L’evoluzione si è avuta con Allegri. L’allenatore livornese ha cambiato il modo di giocare del Principino e della Juve.
Qualche anno fa si discusse molto del “falso nueve” di Guardiola in attacco, ora siamo in presenza del falso regista. Sì, perché Marchisio non è un regista puro. Possiamo dire che la Juve ha trovato la quadratura del cerchio grazie ad un giocatore che fa sia la fase di regia a grandi livelli, ma che possiede una intelligenza tattica che gli permette di abbassarsi quando deve, bloccare le linee di passaggio, uscire in marcatura in momenti decisivi dell’azione.
Non a caso questo ruolo è stato assegnato ad un uomo prima di tutto con grande esperienza e che potesse reggere fisicamente e psicologicamente ad un ruolo complicato dal punto di vista della tenuta sia fisica che mentale. Non è, infatti, un caso che la Juventus non abbia raccolto punti ad inizio della stagione quando il numero 8 bianconero era fuori per infortunio. Marchisio è l’uomo che bilancia la squadra, che gli dà i tempi di gioco sia offensivi che difensivi. Forse non sarà un leader nel gesti in campo, ma lo è nei movimenti. La squadra gira intorno a lui. Con gli occhi chiama la verticalizzazione, con gli spostamenti laterali “costringe” i compagni a seguirlo per non lasciare varchi aperti. Ciò comporta una squadra compatta, concentrata, intelligente. Insomma, un centrocampista a tutto tondo che convoglia in un solo giocatore l’ex centrocampo della Juventus: la grinta di Vidal, i piedi di Pirlo ( con le dovute proporzioni,) e gli inserimenti dello stesso Marchisio dell’epoca.
Alberto Gencarelli
This post was last modified on 30 Gennaio 2016 - 15:26