Se ieri sera seduto accanto ad Andrea ci fosse stato zio Gianni c’è da scommetterci che sul suo volto sarebbe apparso un bel sorriso, uno dei suoi. Ieri sera zio Gianni non c’era (o forse si, chissà dove), allo Stadium si celebrava l’anniversario, il tredicesimo, della sua scomparsa. Forse non è un caso che la partita, andata in scena, sia stata decisa da Dybala, il migliore dei giocatori in campo, non solo nella notte.
L’ARTISTA – Paulo al 32esimo del secondo tempo, dopo aver per lunghi tratti pennellato, ha messo la firma, decidendo la partita. L’Avvocato senza dubbio avrebbe già accostato quel numero 21 (che ha poco di 21 e tanto di 10) ad un grande della pittura: a Baggio toccò Raffaello, ad Alex il Pinturicchio, a Paulo chissà magari un manierista per la sua grazia, la raffinatezza e le sue conclusioni dagli esiti innaturali ma così eleganti. Senza dubbio perché zio Gianni li amava quei giocatori di un’altra pasta, quelli per cui si va allo stadio, quelli che sono artisti e le loro opere sono i gol d’autore. L’argentino è uno di quelli. È inutile girarci intorno, è inutile anche usare quel termine (“campione”) che sembra tanto pesante per un ragazzo così giovane, Dybala va oltre. Chi lo ha visto lo sa, quando lo guardi hai l’impressione d’essere davanti ad un giocatore diverso, di un altro livello. Dybala è per natura fuori dalla norma, lontano dal concetto di normalità. Non c’è un tocco che sia banale, non c’è un tocco che sia superfluo, non c’è un millimetro che avanzi nelle sue giocate, e così anche sottoporta, sembra proceda per linee già tracciate a matita un attimo prima.
L’ULTIMA PAROLA – Qualcuno più che ad un pittore l’ha già accostato ai grandi del passato, che l’Avvocato comprava per entusiasmare le sue domeniche e la sua passione bianconera. “È come Sivori” è stato detto, ecco forse che il paragone regge, Dybala somiglia davvero a Sivori: diretto ma non troppo (prima ma più seconda punta), sempre nella partita, sfrontato (in campo) e cinico, gelido. Se l’Avvocato avesse potuto leggere quello che stiamo scrivendo avrebbe detto sicuramente qualcosa, avrebbe pronunciato parole non scontate, e avrebbe sorriso, ancora, ironicamente, poi ci avrebbe dato ragione. Lui si che avrebbe trovato la metafora giusta, il fulminante finale.
Carlo Iacono (CarloIacono7)
This post was last modified on 11 Marzo 2022 - 17:58