Negli ultimi giorni Martìn Caceres è stato protagonista del mercato in uscita della Juventus. L’uruguaiano è in scadenza di contratto a fine stagione, attirando così l’attenzione di numerosi club. Marotta e Paratici non vorrebbero lasciarselo sfuggire a giugno a costo zero, proponendo, nelle ultime ore, all’agente del giocatore Daniel Fonseca, un ulteriore rinnovo contrattuale, anche se ancora non è del tutto sfumata l’ipotesi di un eventuale cessione.
IPOTESI RINNOVO – Uno come Caceres, data la sua polivalenza tattica, farebbe comodo a Massimiliano Allegri; nel caso in cui il tecnico volesse schierare una difesa a tre, Caceres saprebbe adeguarsi come difensore centrale di destra, se l’allenatore eventualmente dovrebbe optare per una difesa a quattro, l’uruguaiano si adatterebbe anche come terzino destro. Il giocatore, l’estate scorsa, è stato molto vicino al rinnovo contrattuale, che per vari motivi è stato continuamente rinviato. La storia dell’incidente di Martin, ormai a tutti nota, ha messo in cattiva luce il giocatore, esponendolo così ad un attacco mediatico che la dirigenza bianconera non ha di certo preso di buon gusto. La Juventus, però, sembra stia ritornando a parlare di un’ipotesi di rinnovo contrattuale per l’uruguaiano, smentendo così le ultime voci di mercato che parlano di una cessione, cessione che, nell’ipotesi di un rinnovo, potrebbe comunque arrivare durante la sessione estiva di mercato. La dirigenza juventina vorrebbe quindi prolungare il contratto al giocatore e, nel caso di qualche offerta irrinunciabile, sfruttare qualche opportunità in estate, evitando così una cessione a parametro zero del difensore.
EVENTUALE SOSTITUTO – Nel caso in cui Martin Caceres dovesse invece lasciare Torino, la dirigenza bianconera avrebbe già il nome del sostituto: Nenad Tomović, giocatore duttile, in forza alla Fiorentina, che potrebbe giocare sia come difensore centrale, che come terzino destro. Marotta e Paratici avrebbero già chiesto delle informazioni sul difensore, ma la Fiorentina non sembra disposta a scendere sotto i dieci milioni.
Marco Manitta