Buffon: “Domenica sfida fondamentale. Dybala un campionissimo. Bayern? Poche possibilità. Ecco il segreto della rimonta bianconera…”

Un girone fa Roma-Juventus fu quasi una sentenza nonostante si trattasse solo della seconda giornata di campionato: giallorossi nuovamente in corsa per lo scudetto, bianconeri già in crisi. Diciannove partite dopo, a due giorni da Juventus-Roma di domenica, la situazione sembra essersi ribaltata. Proprio del momento bianconero e della stagione fin qui ricca di emozioni della combriccola di Allegri ha parlato Gigi Buffon, capitano della Juve, ai colleghi della Gazzetta dello Sport. Tanti i temi toccati nell’intervista uscita oggi in edicola dallo storico numero uno azzurro.

CARRIERA TOP“I primi tre flash che mi vengono in mente? L’esordio in Serie A, il mondiale 2006 e infine la perseveranza e la determinazione che ancora oggi mi accompagnano. Forma fisica? Diciamo che rispetto a 7-8 anni fa curo di più l’alimentazione: niente sacrifici particolari, solo attenzione”.

ADDIO AL CALCIO“Vorrei lasciare a testa alta, guardando dritto negli occhi chi mi sta davanti, facendo il giusto rumore e senza esagerare nella celebrazione. I miei ultimi obiettivi da giocatore sono i 40 anni in campo e il prossimo Mondiale”.

NAZIONALE“Nel 2002 eravamo fortissimi tecnicamente, nel 2006 invece c’era un grandissimo spirito di gruppo: moralmente eravamo inarrivabili. Negli ultimi anni ho rivisto un senso di appartenenza importante”.

LA JUVE PIÙ FORTE?“Penso quella di Lippi 2002-03, gioco e organizzazione. A livello di rosa, direi il biennio di Capello, ma non va trascurato neanche il carattere e la continuità degli ultimi anni con Conte e Allegri”.

RINASCITA JUVE“Dopo la sconfitta col Sassuolo, secondo me era l’ultima occasione per rimetterci in corsa. Io ho ancora pochi anni di carriera, non ho voglia di sprecare tempo in periodi cupi senza obiettivi. E’ stata fondamentale la risposta di tutto lo spogliatoio, dai nuovi arrivati ai veterani; anche il mister ha avuto un ruolo decisivo, ha saputo toccare i tasti giusti. A Reggio Emilia feci due conti che mi regalarono speranze, ma ne parlai solo con i dirigenti per evitare che nello spogliatoio non si percepisse la gravità della situazione: per vincere lo scudetto ci sarebbero servite 22 vittorie in 28 gare. La cosa mi sembrava fattibile e oggi siamo lì”.

MILANO“Nello 0-0 di San Siro l’Inter avrebbe potuto schiacciarci, ma fu una buona Juve e mi resi conto che con la testa giusta ogni cosa a suo posto avremmo ancora potuto essere un osso duro per tutti”. 

ROMA“Se domenica vinciamo, li mandiamo a -10. Sarebbe fondamentale, perché è una squadra pericolosa, temibile: più lontana è la Roma, meglio stiamo noi”. 

JUVE FAVORITA“Bello e gratificante constatare il timore e il rispetto che incutiamo. Però ad un certo punto lo scudetto era in mano alle nostre avversarie, ma nessuno ha saputo allungare: se lo vinceremo noi, saranno in tanti a mangiarsi le mani”.

TOTTI“Domenica l’ultima da avversari? Prevarrà tanto affetto, ma anche un pizzico di malinconia ripensando agli anni insieme nelle Nazionali giovanili, quando eravamo pieni di sogni”. 

RIVALE“Il Napoli è da scudetto: ha una fase offensiva tra le migliori d’Europa e grazie a Sarri ha grandi certezze anche in difesa”. 

DYBALA“E’ l’ossessione di mio padre! Paulo ha tutto del campionissimo: testa, umiltà, attenzione, carattere, fame e tecnica. Ha le carte in regola per diventare uno dei grandissimi del calcio mondiale”.

BAYERN MONACO“Abbiamo poche possibilità, questa è la verità. Serviranno rabbia, cinismo, volontà e un po’ di fortuna”. 

COPPA ITALIA“La vittoria con la Lazio è la conferma della continuità e della consapevolezza che abbiamo dimostrato in questo periodo”. 

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