I tifosi spesso si comportano in modo strano. Tifare è per definizione qualcosa di irrazionale e passionale, non si sceglie per chi tifare, non si decide di essere felici per una vittoria o tristi per una sconfitta. È qualcosa che si ha dentro e, come tutte le cose istintive, spesso porta a concentrarsi solo sul presente, dimenticando il passato e facendo passare in secondo piano le riflessioni sul futuro. Per questo motivo in tanti, almeno sui social, hanno già scaricato Morata, sperando arrivi davvero quell’offerta da Madrid che fino a sei mesi fa era l’incubo più grande.
Tutto è concesso naturalmente, ma fermandoci e facendo una riflessione noi suggeriamo di non lasciar solo lo spagnolo. Morata è un giocatore dalle indiscusse qualità, con ampi margini di miglioramento e un fiuto del gol non comune. L’ha dimostrato l’anno scorso, quando ha segnato tanti di quelli che vengono chiamati gol facili. Ma per fare i gol facili bisogna essere sempre al posto giusto al momento giusto. Ed esserci sempre non è un caso. I numeri hanno parlato per lui e ora proprio quei numeri sono impietosi e quel fiuto sembra scomparso.
Morata è in difficoltà. Negarlo sarebbe da ipocriti. I gol sbagliati sono sintomo di una problematica molto più complessa, che l’ha reso irriconoscibile. Alvaro è un giocatore molto emotivo. Quando le cose vanno bene si esalta, nei periodi bui si intristisce. Ora il buio lo avvolge e lui non riesce a scacciarlo. Si nota quando deve puntare l’uomo o la porta: è indeciso, ha paura di sbagliare. E questo non è da lui. A far essere ottimisti, però, è il modo in cui sta tentando di reagire. Con la grinta e lo spirito di sacrificio, che tradotti in campo significano pressing asfissiante e una mano enorme data al centrocampo. Il suo lavoro senza palla è mostruoso e porta ad affermare, senza timore di sbagliare, che il momentaccio passerà. Le nubi andranno via, spazzate via da un gol. Magari da un gol facile facile. Che farà tornare il sole e il sorriso. E ridarà alla Juve il vero Alvaro.
Edoardo Siddi