I giocatori che spaccano in due le partite, che le decidono, che ne dettano i ritmi. La Juventus ne ha tanti, contro il Verona ne ha avuti due in particolare: Paul Pogba e Paulo Dybala. Se l’argentino merita la ribalta per il gol e le finezze in serie, altrettanto bisogna riconoscere al francese, che ha messo in mostra il meglio del suo repertorio. Colpi di classe mai improduttivi, progressioni irresistibili, assist precisi: non ha segnato, e non avrà i titoloni dei giornali, ma gli applausi dello Stadium valgono molto più di un foglio A3 (o, come si usa oggi, di un formato tabloid).
Gigi Delneri ha provato a dar fastidio ai bianconeri schierando l’Hellas con il 4-3-3: Wszolek e Siligardi alti ai lati di Pazzini, con il chiaro obiettivo di tenere bassi Alex Sandro e Lichtsteiner e conquistare un uomo a centrocampo. Esperimento che in alcuni tratti riesce, per quanto la forza dirompente di Sandro renda inutili finanche i ripetuti scambi di esterni tentati dall’ex tecnico bianconero. Allegri risponde invece con la solita Juventus “liquida”, in grado di passare con disinvoltura dal 3-3-4 in fase di possesso, al 4-4-2 in fase di non possesso, con Caceres che scalava a destra e Lichtsteiner abile ad alzarsi sulla linea dei centrocampisti.
Ma la differenza l’hanno fatta naturalmente i singoli: la grande applicazione di Khedira su Halfredsson, il tentacolare Marchisio, il perfetto sincronismo dei movimenti tra gli attaccanti. Quando uno viene incontro, l’altro va in profondità: e la Juventus attacca soprattutto a sinistra, perché sia Morata che Pogba sono abili a decentrarsi ed accentrarsi rapidamente, grazie in particolare ad Alex Sandro che attacca sempre lo spazio “attirando” le marcature e liberando spazi. Da quel lato gli scaligeri sono andati puntualmente in tilt.
Ma la chiave del gioco, come d’altronde spesso succede, è il ricevere palla tra le linee: la Juventus è riuscita a farlo, come in occasione dell’azione che ha portato alla punizione del primo gol. Ed è stato Pogba, più che lo stesso Dybala, a svolgere questo ruolo: Ionita e Greco non l’hanno mai preso, il francese ha bruciato l’erba. E la Juve continua a bruciare le tappe di questa magnifica corsa cronometro.
Gennaro Acunzo
This post was last modified on 7 Gennaio 2016 - 10:47