Quando il mercato si è chiuso con il colpo Hernanes, tra i tifosi bianconeri in tanti hanno storto il naso. Da Draxler al brasiliano? Dando, tra l’altro, 11 milioni ai rivali dell’Inter? Sembrava un flop annunciato, ma qualcuno ci ha voluto credere, ricordando che, d’altronde, il Profeta ha saputo fare le fortune della Lazio e, in qualche occasione, dell’Inter. I più ottimisti, però, sono stati smentiti.
L’impatto di Hernanes con il mondo bianconero è stato disastroso. L’ex Lazio non ha azzeccato una partita, sembrando fin da subito un corpo estraneo e faticando anche nelle giocate più semplici. Perplessità e delusione, critiche e qualche timido tentativo di incoraggiamento si sono alternati per un po’, fino alla gara contro il Borussia Monchengladbach, quando il brasiliano si è fatto espellere, compromettendo, di fatto, la partita. Un errore imperdonabile dopo il quale non ha praticamente più visto il campo, anche per colpa di alcuni infortuni che l’hanno tormentato. D’altronde, piove sempre sul bagnato.
Ora i tifosi sperano di non leggere il suo nome sulla distinta e in tanti si chiedono cosa ci faccia ancora in bianconero, visto che va anche verso l’esclusione dalla lista Champions, per far spazio al rientrante Asamoah. Piaccia o non piaccia, però, il ragazzo ora è un patrimonio della Juve, che non deve disperderlo. O perlomeno deve provare a limitare i danni. Come fare?
Per prima cosa Allegri deve essere bravo a trasmettergli quotidianamente la fiducia, che ora sicuramente manca al giocatore. Anche senza schierarlo, deve fargli capire che può avere una seconda chance. E lui deve essere contemporaneamente bravo a guadagnarsela. Come? Con il sacrificio, l’impegno giorno dopo giorno, l’umiltà e la voglia di rivalsa. Spesso il giocatore è stato quasi avulso dal gioco, come se i compagni stessi lo ignorassero e questo evidenzia anche qualche difficoltà a livello caratteriale, non solo tecnico.
Infine, toccherà anche ai tifosi essere più tolleranti. Molte sue giocate fanno arrabbiare, in alcune gare la sufficienza è stata un’utopia, ma fischiarlo ogni volta che tocca un pallone non aiuta nessuno. Anche il pubblico deve trasmettere un minimo di fiducia, per quanto essa possa essere soltanto una mera finzione. Recitare la parte degli incoraggiatori, per spingere il ragazzo a guadagnarsi davvero la fiducia. Un espediente necessario per recuperarlo. A meno che non arrivi qualche ricca squadra inglese vogliosa di spendere. In quel caso, probabilmente, sarebbe tutto molto più semplice.
Edoardo Siddi