Si è chiuso un anno solare importante per la carriera di Fabio Grosso, eroe di Berlino che ora veste i panni dell’allenatore e ha iniziato la sua carriera proprio da quella Primavera della Juventus che ancora allena. Noi abbiamo seguito praticamente ogni suo passo in questo 2015 e proviamo ad analizzarlo.
L’anno è iniziato contro il Genoa, a Genova e si è chiuso a Vinovo, sempre contro i rossoblu. 0-0 a gennaio, 2-0 a dicembre. E il Grosso che congeda i suoi ragazzi per le vacanze, è diverso da quello che li aveva accolti a inizio anno. È un tecnico più maturo, più consapevole delle sue capacità e che, forse, sente anche di più la fiducia della società, che l’ha riconfermato nonostante in tanti avessero manifestato dei dubbi. Lui ha risposto sul campo, questa prima parte di stagione più che mai.
Ora lo si vede sempre più spesso telecomandare i suoi, ha le idee chiare, coglie e i difetti e lavora per sistemarli, la sua Juve ha un’identità e uno stile inconfondibili, ma sa adattarsi all’avversario e al tipo di partita necessaria. Ai nostri microfoni aveva detto che i ragazzi crescono e lui cresce con loro, e mai frase fu più vera.
Il 2016 mette il tecnico davanti a responsabilità ancora più pesanti. È cresciuto, maturato e ha acquisito quell’esperienza che spesso fa la differenza, ma ora è il momento di scambiare i complimenti con i trofei. Guidare la Juve, infatti, obbliga a vincere, anche se si tratta di settore giovanile. Questo può essere l’anno buono sia per la forza della squadra, che per le capacità del suo tecnico.
Edoardo Siddi