La Juventus, nel corso della stagione 2014-2015, ha ottenuto innumerevoli successi e grandi soddisfazioni. Ma si sa, nel corso del tempo, le cose cambiano. Ed è proprio il tempo a decretare se il cambiamento le abbia migliorate, o peggiorate. Allegri ha preso in mano il giocattolo perfetto di Antonio Conte, ha apportato modifiche graduali sul piano del gioco ed ha trasmesso ancora più fame di quanta già ci fosse nell’ambiente. Una finale di Champions insperata, il quarto Scudetto di fila, la Coppa Italia che mancava da anni, questi sono i successi più importanti della stagione scorsa, ma la Juventus sta dimostrando nell’arco delle ultime giornate di campionato di avere ancora fame, quella voglia di vincere che l’ha sempre contraddistinta. Stile Juve, appunto. Di cose, però, ne sono cambiate, anche se ancora non si evince l’esito del cambiamento.
CENTROCAMPO PIÙ SOLIDO, MA MENO PROLIFICO – Durante il mercato estivo, molti tasselli sono stati mossi all’interno dello scacchiere perfetto di Massimiliano Allegri. Vidal è partito, seppur per una cifra considerevole, Pirlo si è accasato a New York. Pogba è rimasto, e va considerato come un acquisto. Sono arrivati Khedira, Lemina e infine Hernanes. Con Pirlo è andato via il fulcro del gioco bianconero, senza contare dell’incidenza del centrocampista bresciano sui calci da fermo. Il solo Pogba quest’anno ha centrato la porta su punizione, durante il match di Coppa Italia contro il Torino. Vidal al centrocampo bianconero ha sempre dato grinta, cattiveria agonistica ed un contributo in zona goal significativo. Quest’anno nel centrocampo bianconero sono andati a segno Pogba, Khedira e Sturaro. Ancora a secco Marchisio che, nel ruolo di mezz’ala, ha sempre assicurato diversi goal, mentre quest’anno, complice anche la nuova posizione occupata sul rettangolo verde, non ha ancora trovato la via del gol. Hernanes ha deluso ogni aspettativa giocando poco e male, Khedira ha dato grandissima solidità alla squadra, ma i limiti tecnici rispetto, ad esempio a Vidal, sono evidenti, nonostante i due giocatori siano molto diversi, e quindi imparagonabili. La differenza è tutta qui: la compattezza c’è, e forse è anche aumentata, quella che manca è la brillantezza, ma soprattutto la concretezza sotto porta che ha sempre caratterizzato il centrocampo bianconero degli ultimi anni
L’IMPORTANZA DELLE SECONDE LINEE – La panchina lunga, da sempre, rappresenta per le squadre che vogliono ambire a grandi traguardi, un’arma non indifferente. I bianconeri attualmente si ritrovano ad avere, infortuni permettendo, una panchina abbastanza importante per poter ricorrere al turn over nel corso dell’anno, senza correre troppi rischi. Basti pensare all’ultima partita di Coppa Italia, dove in attacco hanno giocato Zaza e Morata, attaccanti che giocherebbero titolari in quasi tutte le squadre del nostro campionato. Lo spagnolo sta attraversando un periodo difficile, periodo che va a braccetto con l’esplosione di Mandzukic, ma le ultime uscite lasciano belle speranze per l’anno venturo. A centrocampo, un ruolo fondamentale lo sta ricoprendo Stefano Sturaro. Seconda linea di lusso, sempre al servizio della squadra. Ha giocato spesso titolare quest’anno per sopperire le assenza, più che sporadiche, di Khedira, bersagliato dagli infortuni. Quest’estate sono arrivati due esterni puri: Cuadrado ed Alex Sandro, che rappresentano più di un’alternativa a Lichtsteiner ed Evra. Allegri li sta alternando in maniera perfetta, stando molto attento ai dettagli; difatti, ad un esterno che spinge molto, corrisponde sempre l’esterno opposto più abile nella copertura difensiva. Con questa costante Allegri assicura un gioco rapido, ma con una squadra compatta e mai sbilanciata.
LA CAPACITA’ DI RIMONTARE – Una delle qualità messe in mostra dalla Juventus di questa seconda parte di 2015 è, senza alcun dubbio, la capacità di rimontare il risultato una volta passata in svantaggio. Mentre nella seconda parte della stagione 2014-15, con i giochi per il campionato chiusi già alla fine del mese di gennaio, i bianconeri avevano abituato i tifosi a passare in vantaggio e gestire energie e risultato, in questa stagione la Juventus si è ritrovata più volte a dover rimontare uno svantaggio, troppe volte accumulato addirittura al primo tiro in porta degli avversari. E poi è impossibile non tener conto della classifica: il 31 ottobre sembrava quasi impossibile guardare la classifica ma, una volta servito il settebello, la Juve è di nuovo lì, a soli 3 punti dalla vetta.
E SE DYBALA FA IL TEVEZ… – Uno dei principali problemi che ha trovato la Juventus in questo avvio di stagione è stata la mancanza di un giocatore come Tevez, capace di abbassarsi a prendere la palla e inventare una giocata capace di sbloccare il risultato. Quando ti manca un regista vero e proprio è necessario un giocatore del genere, e per sostituirlo è stato preso Dybala. Quando è arrivato a Torino, però, la Joya era tutt’altro che un Tevez, tanto che Allegri ha dovuto lavorare tanto, sia in campo sia in allenamento, per renderlo la seconda punta perfetta che ammiriamo oggi: si abbassa a prendere il pallone, tenta la giocata da fuoriclasse, triangola con i compagni. Insomma, il suo sogno era quello di giocare con Tevez, a Torino ne ha raccolto l’eredità. E siamo solo all’inizio.
Gennaro Bianco
This post was last modified on 24 Dicembre 2015 - 08:20