Come una fenice, la Signora, risorge dalle proprie ceneri. Ottavi conquistati, prima vittoria in Coppa Italia e di nuovo in lotta per lo scudetto: c’è tutto per un ritorno in grande stile e che spaventa le dirette avversarie. Ma a cosa è dovuta questa ripresa collettiva? Semplice. Un intenso, oculato e maniacale lavoro fisico, individuale e di squadra.
COL FRENO TIRATO – L’inizio a rilento aveva spaventato i più non solo per la crisi di risultati, ma soprattutto per la crisi di gioco e l’evidente affanno dei bianconeri. La Juventus appariva infatti poco brillante dal punto di vista atletico, alla mercé degli avversari: insomma, non una cacciatrice. Il calo era evidente e non poteva passare inosservato. I giocatori erano privi della freschezza e della lucidità necessaria a partire col botto, gli attributi che invece ha dimostrato negli ultimi 45 giorni e, in particolare, nel derby contro il Torino in Coppa Italia. Sì, perché la differenze tra la “prima Juve” e quella di ora è più che palese, è cristallina.
SULL’ACCELERATORE – Le gambe ora sono meno pesanti e più scattanti. Adesso, la Juve corre e si vede. Un altro approccio, maggiore intensità ed aggressività agonistiche certo, ma l’evoluzione atletica è alla base di tutto questo. Perché se in partite come quella di inizio campionato, contro l‘Udinese, si sono macinati 108 km di pura insensatezza, contro i granata ci sono stati 101 km di vera “follia” e spietatezza. Una Juventus assolutamente indemoniata, senza quelle fastidiose mezze misure che tanto l’hanno penalizzata a inizio campionato. Basti pensare che una “riserva” come Simone Zaza, ha percorso 8,5 km finendo in anticipo la propria partita per la sostituzione al 53′, mentre in tutta la partita contro i friulani il massimo toccato sono stati i 7,5 km di Isla, per comprendere quanto sia cambiato da lì a oggi.
LAVORO SPECIFICO – La “medicina miracolosa” è dovuta all’intenso e preciso lavoro svolto dallo staff juventino, a partire da Massimiliano Allegri, il quale, in svariate riunioni, ha potuto analizzare quale potesse essere la causa di un così importante indebolimento fisico: la preparazione estiva. Il caldo torrido ha causato un’involuzione, caratterizzata in primis dalla poca ossigenazione dovuta alle alte temperature. Sforzandosi al massimo in tali condizioni, il fisico ne ha risentito, influenzando massicciamente le prestazioni. La cura a tale situazione è stata caratterizzata da sedute personalizzate, se non addirittura individuali, con una tabella specifica per ogni giocatore, evitando qualsiasi confronto. Insomma, un lavoro ristoratore con l’evidente necessità di evitare la competitività tra i singoli. A tale strategia è stata inoltre annessa una dieta ferrea curata da Matteo Pincella, uno dei più bravi nutrizionisti in circolazione, che è stata una delle chiavi di volta per la rigenerazione fisica e psichica della Signora.
BAYERN NEL MIRINO – Adesso l’impegno più importante è sicuramente quello doppio contro il Bayern Monaco, che i bianconeri potranno affrontare forti della nuova preparazione da effettuare nella sosta natalizia. Dato che l’impegno sarà molto ravvicinato, e con la chiusura anticipata dei campionati in vista dell’Europeo, il tecnico livornese sta però meditando ad un ritorno più “leggero” per i giocatori che sono, al momento, nella miglior condizione, mentre chi è invece ancora indietro dovrà davvero mettercela tutta, soprattutto in vista del finale di stagione.
Insomma, ora la priorità è tutta rivolta allo scontro con i tedeschi, che potrebbe dire tanto sulla stagione bianconera, che però è finalmente arrivata ad una svolta: con una super ripresa psico-fisica, e la voglia di esserci e lottare. Sempre e ovunque. Senza Bayern che tenga.
Mattia Riccio (@MattRiccio11)
This post was last modified on 18 Dicembre 2015 - 16:20