Chi pensava o sperava che dal “derbyno” sabaudo potesse scaturire l’ennesima sorpresa di questo sorprendente turno di Tim Cup o, come ancora la chiamano i calciofili meno ruspanti, Coppa Italia, ha ricevuto una delusione grossa e grassa, perché la Juventus, senza nemmeno stropicciarsi troppo, ha preso a pallonate la squadretta locale che si fa chiamare con il nome della città: il Torino.
I bianconeri, detentori del trofeo, hanno sfoderato una prestazione puntigliosa, bella e incoraggiante, che ha annichilito sin dai primi minuti ogni aspettativa stallatica di una gara incerta e combattuta come quella del campionato, ove la spinta di Eupalla scaraventò Madama nell’ascensore da cui, a quanto pare, non ha alcuna intenzione di scendere.
Molto è cambiato, in meglio, da quel confronto; il recupero degli infortunati, lo smaltimento della crisi da rigetto susseguente ai nuovi innesti, il ripristino dell’antico modulo, che in corso d’opera si trasforma sovente in un 4-4-2 asimettrico e le sei vittorie inanellate ( con tutte le annesse implicazioni morali ) hanno schiuso la crisalide e da essa è fuoriuscita una farfalla il cui volo palesa progressivamente meno incertezze.
La storia di una partita mai nata, per sesquipedale tenerezza bovina, ma soprattutto per merito della Göeba, che ha letteralmente vietato al Torello ogni ipotesi di muggito, non si spiega soltanto con la diversa caratura globale delle contendenti, emersa peraltro in misura abbondantemente superiore alle attese più ottimistiche, ma pure con il diverso atteggiamento esibito dalle due formazioni.
Quella di Ventura ha avuto paura e si è consegnata a uno stato di “stupor” che l’ha attanagliata senza soluzione di continuità anche quando i suoi ranghi erano ancora completi. In termini prospettici la si dovrebbe quasi ringraziare, giacché dal suo porgersi come sparring-partner per l’allenamento di metà settimana, i Campioni d’Italia possono trarre un grande insegnamento da mettere in pratica allorché, in febbraio, saranno chiamati a incrociare i bulloni con la superpotenza bavarese.
La bella soddisfazione non deve comunque ingenerare pericolose fantasie avveniristiche, ma autorizzare bensì un sano e prudente ottimismo. La prestazione, convincente a prescindere dalla pochezza granata, visto e purtroppo rivisto che si può giocar male anche opposti al nulla, se interpretata nel giusto verso costituirà un’altra tappa fondamentale del processo di crescita e consolidamento visibilmente in atto.
Il senso unico della contesa ( eufemismo ), se da una parte impedisce di esperire qualsivoglia giudizio sulla prova di Rugani, intorno al quale si era sviluppata la morbosa curiosità di vederlo all’opera, dall’altra ha esaltato la vena realizzativa del sacripante di Policoro e riconsegnato a livelli più consoni alla classe che gli si accredita Álvarito Morata; lo spagnolo, pur rimanendo a secco è stato comunque incisivo e autore di “numerini” finalizzati al bene collettivo. Talvolta frequentare la panchina aiuta…
A proposito di talento, allo Juventus Stadium è stata finalmente riproposta una specialità della casa di cui pareva essersi smarrita la ricetta: il “gollasso” su punizione. Gli ingredienti per ripeterne la degustazione senza troppa parsimonia ci sarebbero, per cui confidiamo che nella Real cucina di Vinovo l’allestimento dei prossimi menù preveda anche l’inserimento non saltuario di questa, per molti versi, irrinunciabile voce.
Digerite la gustosa “Fiorentina” e la costata di vitello, anche grazie a un “amaro” prodotto rigorosamente a Nyon, la Signora è ora chiamata a ottemperare l’ultimo invito dell’anno solare nell’agriturismo di Modena, per un’auspicabile bonaria tavolata con gente alla buona, ma seriamente determinata a far sì che tra una portata e l’ altra non salti fuori un “settebello”.
Il tempo per una indispensabile passeggiata digestiva propedeutica all’evaporazione di pensieri e succhi gastrico/lattici non mancherà. Per onorare l’impegno con il giusto appetito, sarà bene che l’ aspirante Master Chef livornese sottoponga la Regina a una dieta preparatoria adeguata alla bisogna. Le ultimissime analisi sono confortanti, ma certi valori è cosa buona e giusta tenerli sempre aggiornati…
Ezio MALETTO ( Twitter @EzioMaletto )