La gara di Tim Cup tra la Juventus e il Torino è stata a “senso unico” come si dice in match come questi. I bianconeri hanno messo in campo cinismo, determinazione e cattiveria sia perchè la vittoria finale è uno degli obiettivi stagionali, sia perchè l’avversario in questione era un nemico storico e il risultato doveva essere solo quello. In verità il parziale è stato piuttosto rotondo: 4-0 e un bagaglio di certezze tecnico-tattiche che chiudono la pratica in favore dei bianconeri. Sarebbe difficile scegliere i migliori in campo perchè gli uomini di Allegri hanno ben figurato e hanno soddisfatto le richieste del mister.
MORATA RECUPERATO – Zaza è stato per grinta, caparbietà e gol decisivi il migliore in campo. Ad affiancare l’attaccante lucano nella classifica di “man of the match” è lecito inserire Morata. L’attaccante iberico ha ben servito Zaza sul primo gol: numero di gambe, ha puntato il fondo e servito al bacio una palla tesa da spingere in rete. Già prima del vantaggio aveva fornito giocate di gran classe condite da movimenti a “L” in profondità per attaccare lo spazio e scardinare il muro granata. La firma è ricalcata quando serve al limite dell’area Dybala per il 3-0: anche qui è lucido nell’assist, godendo di altruismo e freddezza. Il Morata che ci piace non è soltanto quello che gioca di suola o di “fino”, bensì è quel ragazzo testardo che ripiega bene in fase difensiva e recupera un numero esagerato di palloni. Pulito e sicuro nei contrasti, effettua tackle degni dei migliori mediani: gli è mancato il gol ma in compenso ha guadagnato fiducia, sicurezza ed incisività.
Infine, i minuti lontani dal campo sono pesanti per gli attaccanti, soprattutto quando i compagni che scendono in campo sono decisivi per la vittoria della squadra. Morata da ragazzo maturo e uomo-spogliatoio ha capito in fretta che la concorrenza è forte e la maglia della Juve passa per le prestazioni fornite quando si è chiamati in causa. Ci sarà spazio per lui e sarà una soluzione quando ci sarà da spezzare le difese giocando in ampiezza.
Simone Di Sano