Non poteva che arrivare in un momento migliore Juventus-Fiorentina per la truppa di Massimiliano Allegri. Quella bianconera, infatti, non è soltanto una squadra ferita dalla sconfitta patita in Spagna contro il Siviglia dell’ex Llorente ma, ed è bene ricordarlo, è pure una compagine decisamente in salute per quanto riguarda la ritrovata corsa allo Scudetto.
L’esame contro i viola, dunque, arriva proprio nel momento migliore che possa esserci: del resto c’è da confermarsi in campionato per proseguire nella lunga scia di vittorie – cinque consecutive per l’esattezza, senza subire alcuna rete nelle ultime tre peraltro- che hanno dato avvio alla remuntada decisamente apparsa oramai fuori portata soltanto agli inizi del mese di novembre. D’altra parte, invece, c’è da rivendicare la perdita del primo posto nel girone di Champions. La partita contro i gigliati capita dunque a pennello, perchè nel calcio nessun’altra cosa rappresenta medicina migliore che una grande squadra da affrontare dopo una caduta.
Ed i viola lo sono. Per non poche ragioni. Prima fra tutte quella di classifica naturalmente, che li vede occupare il secondo posto ad una sola lunghezza di distanza dalla capolista Inter, tuttavia giocando un calcio anche migliore dei nerazzurri. Al Franchi siede un tecnico preparato, che vuole inculcare ai suoi ragazzi l’idea di un calcio bello e innovativo, ma soprattutto regalare loro la concretezza. Impartirla. Quella stessa caratteristica venuta un po’ a mancare alla Fiorentina degli anni scorsi. Ma adesso no, la squadra toscana appare in buona forma fisica, ma soprattutto più conscia dei propri mezzi e dei valori della sua rosa. La squadra non è cambiata poi molto, ma elementi di qualità indiscussa sono stati aggiunti per aumentarne il tasso tecnico. Primo fra tutti è Kalinic, il bomber. Alla Fiorentina da troppo tempo mancava una punta vera, forte fisicamente ma altrettanto agile e concreta sotto rete. I 9 gol realizzati sino ad oggi parlano per lui più di ogni altra lode. Paulo Sousa gli affianca lo spessore tecnico di un faro come Borja Valero, avanzato sulla linea della trequarti per accendere la luce di quella concretezza troppo spesso restia ad albergare nel calcio di Firenze. E’ questo uno dei piccoli miracoli del tecnico lusitano, e non è dettaglio da trascurare. Un ritrovato Ilicic, la solita affidabilità di Gonzalo Rodriguez ed una linea mediana tecnica ed agguerrita fanno il resto, garantendo solidità ed equilibrio a disposizione della fantasia di cui la Viola dispone da metà campo in su.
Ecco perchè nient’altro che un’avversaria forte, e realisticamente candidata per la vittoria del Tricolore come la Fiorentina, garantirebbe la determinazione necessaria per il prosieguo della marcia bianconera. Quello dello Stadium sarà uno scontro diretto, dove la Juventus cercherà di sfruttare l’occasione di portarsi a due punti proprio dai viola. Queste gare, che lo si voglia ammettere o meno, divengono ora tutte da dentro o fuori. Perdere, difatti, non soltanto scaturirebbe una profonda delusione psicologica, ma significherebbe ritrovarsi ancora ad inseguire a grande distanza una diretta concorrente, che dagli eventuali -2, la Juve potrebbe ritrovare anche a -8 nella peggiore delle ipotesi, dopo il triplice fischio allo Stadium. I campioni d’Italia in carica, dunque, nonostante il buon momento di forma in campionato, alla vigilia della sfida contro i viola saranno ancora costretti ad inseguire pur partendo dal risultato di 0-0, e questo non bisogna dimenticarlo. Al contrario, Allegri dovrà fare appello più che mai alla carica ed alla voglia dei suoi uomini di riprendersi ciò che i pronostici attribuivano loro in estate, nonostante gli importanti cambiamenti effettuati. Le statistiche danno man forte e fanno ben sperare la truppa bianconera. A Torino, difatti, la Fiorentina soffre parecchio per tradizione e lo si evince dall’unica vittoria ottenuta nel capoluogo piemontese negli ultimi diciassette incontri in Serie A (fonte Opta). Dybala & company, dunque, avranno l’obbligo di approfittare dell’ambiente loro amico, della forza e della carica che lo Stadium sa trasmettere alla squadra in occasione dei grandi incontri. Ma quel che conta, per Madama, è che l’approccio alla gara sia quello giusto, e fatto vedere sino alla trasferta vittoriosa contro la Lazio. Poi potrebbero essere le motivazioni e le giocate dei campioni a decidere un match che parte tutto sommato in equilibrio. E da questo punto di vista, classifica a parte, la Juve non ha nulla da invidiare alla Fiorentina.
Rocco Crea (@Rocco_Crea)