Quando cadi, nella vita, il difficile è rialzarsi: tutto diventa più facile se c’è una mano tesa ad aiutarti. Che, in poche parole, ti aiuti a risalire dal burrone, dal quale sembra non ci sia via d’uscita. Morata, nella sua vita da calciatore, sta attraversando un momento simile: Mandzukic l’ha superato nelle gerarchie e, quando impiegato, lo spagnolo non riesce a incidere. Alvaro, in poche parole, è nel buio del burrone.
Ma è arrivata la mano tesa: quella della Juventus, che gli ha rinnovato il contratto; un prolungamento di un anno, fino al 2020. Come aveva anticipato lo stesso Morata, il rinnovo non vanifica la clausola di riacquisto del Real Madrid, ma è sicuramente un passo importante. È la cosa giusta nel momento giusto, il più difficile: l’eroe del Bernabeu, che ha portato la Signora in finale dopo dodici anni, non poteva essere lasciato da solo.
E, allora, quando le critiche si sono moltiplicate, i dubbi sono aumentati, la società ha risposto con decisione: “Alvaro rimane, è un punto fermo del progetto”, è il messaggio che arriva da corso Galileo Ferraris. Perché se è vero che il rinnovo non annulla la recompra, si può convincere Morata a rimanere anche in altri modi: mettendolo al centro del futuro bianconero, per esempio.
Mettiamolo in chiaro, Morata è un attaccante di caratura europea: lo dicono i fatti. Ha i suoi difetti, ma deve avere l’obiettivo di “diventare uno dei più forti del mondo”, come detto da Allegri. È giovane e, come ovvio che sia, può migliorare, così come Pogba. Ma sia il francese che lui sono patrimoni della Juventus, che vanno tutelati, dai tifosi in primis: le prossime vittorie della Vecchia Signora passeranno da loro.
Felice Lanzaro (@FeliceLanzaro)