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La vittoria è questione di sguardi, gli occhi della tigre e la Juve ritrovata

“Siamo tornati” è il tweet postato dal croato Mario Mandzukic dopo l’importante vittoria ottenuta all’Olimpico, “Carattere, gruppo e umiltà. Non abbiamo ancora fatto nulla, ma continuiamo così” cinguetta raggiante Claudio Marchisio, “Vittoria da grande squadra” aggiunge Chiellini. Lo sappiamo tutti le parole se le porta via il vento, ma il vento non può portare via le sensazioni, si perché è impossibile non aver colto l’atmosfera, che venerdì sera, avvolgeva gli ultimi minuti di gara e i rituali festeggiamenti sotto la curva bianconera. Mancavano due, forse tre, minuti al fischio finale e Chiellini esultava, come un forsennato, per aver guadagnato una rimessa laterale, dopo aver vigorosamente protetto palla, Barzagli, a fine gara, a pugno chiuso scaricava la tensione e con foga abbracciava il compagno di reparto Bonucci, gli undici protagonisti, con l’aggiunta degli entrati a partita in corsa, poi, tenendosi per mano come dei fratelli, correvano sotto la curva con gli occhi famelici, dandosi e ricevendo scosse adrenaliche.

EYE OF THE TIGER – Su quegli occhi famelici dovremmo soffermarci. Avete presente Apollo Creed in Rocky III? Pochi al mondo non hanno visto quel film, pochi non avranno familiare lo slogan “Eye of the tiger”, si perché Carl Weathers, nel ruolo di Apollo Creed, gli occhi famelici, dei ragazzi scesi in campo all’Olimpico, li avrebbe chiamati “Gli occhi della tigre”. Ma cosa vuol dire avere gli occhi della tigre? Avere gli occhi della tigre vuol dire aver fame, vuol dire superare le difficoltà con grinta, con cattiveria, vuol dire non mollare, non sentirsi appagati. Alzi la mano chi ad inizio stagione non ha pensato: “I bianconeri sono cotti perché non hanno più fame”. Eppure, dopo la batosta subita al Mapei Stadium, qualcosa è cambiato, intorno all’ambiente c’è un’ aria nuova e risplende una luce diversa, in campo ora c’è voglia, ferocia, spirito, carattere e personalità, in campo ora c’è la Juve.

OLTRE LA STRISCIA POSITIVA – Le cinque vittorie consecutive e la qualificazione ottenuta in Champions hanno, senz’ombra di dubbio, portato fiducia e spazzato via i timori, ma c’è qualcos’altro dietro alla rinascita degli uomini di Allegri, perché quell’atmosfera, quello spirito e quello sguardo nascono da parole dette, da verità sparatesi in faccia, da rabbie e timori finalmente palesati, da consapevolezze e da maturità. “Ma la verità è che tu non eri arrabbiato. Quando combattevamo noi due… tu avevi gli occhi di una tigre, eri feroce! E devi farteli tornare quegli occhi e per farteli tornare bisogna ricominciare da capo! Capisci cosa voglio dire? E con me potresti riprenderti anche il titolo. Gli occhi da tigre, amico!”, queste furono le parole usate da Apollo per ridestare un Rocky impaurito e sazio, chissà se quelle dette tra le mura di Vinovo, nei giorni del post-Reggio Emilia, si avvicinarono o meno a quelle di Creed, di certo la conseguenza potrebbe essere la medesima e magari gli uomini di Allegri potrebbero riprendersi il titolo. A volte la vittoria è questione di sguardi.
Carlo Iacono (@CarloIacono7)

 

This post was last modified on 10 Dicembre 2021 - 13:56

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