Oramai, da un annetto a questa parte, l’ambiente bianconero si è abituato ai gol decisivi, importanti. Quelli che solo i campioni possono realizzare. Le reti dei top player permettono ad una big di proseguire lontano nel proprio cammino. Tevez e Morata ne rappresentano l’esempio maggiormente lampante. Infondo, l’approdo in finale di Champions League porta soprattutto la firma dell’ex coppia d’attacco juventina. L’Apache, adesso, segna nella sua nazione nativa, chiamato dai sentimenti verso il Boca Juniors; Alvaro invece gioca ancora a Torino, per fortuna. In attesa di rivedere lo spagnolo al top – come l’anno scorso, quindi – ad assumersi la responsabilità di siglare marcature da tre punti ci pensa Mario Mandzukic.
Una settimana da incorniciare per l’ariete croato. “Zampata” decisiva col Manchester City – che forse, un po’, ricorda il gesto tecnico rifilato all’andata, in terra inglese – e stacco perentorio, ieri sera, a Palermo. “Marione“, grazie al sigillo apposto nello stadio “Barbera”, è riuscito a sbloccare un match chiuso, contratto e per certi versi guidato dal pragmatismo della squadra locale. Dopo l’1-0, infatti, i ritmi hanno preso andature diverse e nettamente favorevoli alla “Vecchia Signora”.
Spesso l’ex Bayern Monaco viene bersagliato troppo duramente dall’opinione pubblica. Complice anche lo stile di gioco che, a tratti, potrebbe risultare lento e macchinoso. Occorre prestare attenzione alle critiche negative, invece. Perché prime punte “pure”, al livello del nazionale della Croazia, non ne esistono più tantissime. Vero è che in determinate partite ha un po’ deluso. Eppure, oltre a dimostrare un’ottima capacità di ripresa, lui lavora tantissimo per i compagni durante le partite. Anzitutto, recuperando palloni. Dunque, “sporcandosi le mani”, con umiltà. E poi, effettuando sponde, o facendo ripartire l’azione offensiva.
Se a ciò aggiungiamo la vena da goleador, ampiamente dimostrata nel recente passato e man mano in progressivo miglioramento nella Juventus, ecco il prototipo del centravanti classico, modello europeo, peraltro molto amato dagli attuali allenatori. La verità è che Allegri non può non schierare un calciatore come lui. E le ultime partenze da titolare sembrano, allora, scelte tecniche piuttosto chiare.
Paolo Panico
This post was last modified on 1 Dicembre 2015 - 12:03