Il suo Cesena, ieri sera, ha vinto e s’è guadagnato il quarto posto in classifica. Il talentino Sensi è stato di nuovo protagonista, servendo l’assist del definitivo uno a zero a Ragusa. Ma il direttore dell’area tecnica dei romagnoli, Rino Foschi, ai nostri microfoni, l’ha invitato a tenere i piedi ben saldi a terra. Questo e altri i temi dell’intervista che il direttore ha concesso a SpazioJ.
“È stato un avvio difficile, perché si dice che in genere al quarto anno si perde la fame. La Juventus l’anno scorso ha vinto, ha fatto la finale di Champions League e Coppa Italia e, ora, ha cambiato, inserendo dei giovani. Dybala è Dybala, ma è un giovane che andava inserito poco a poco. A causa della partenza difficile, avendo partite su più fronti, non è stato facile far punti in classifica. Ha avuto delle difficoltà, che ha superato facendo dei risultati importanti. La Juventus non meritava dei risultati, anche come prestazione: hanno perso o pareggiato delle partite in cui meritava di più. In quel momento, ti chiami Juventus e, sicuramente, tutto è più complicato. Si comportava bene in Europa, ma in campionato aveva difficoltà; come quelle che potrebbe avere ora la Roma, che ha fatto qualche risultato che potrebbe ripercuotersi sul campionato”.
“Il Palermo ha cambiato Iachini, che poi non faceva neanche così male. La Juventus viene da risultati esaltanti in Europa, vorrà continuità in campionato. Sarà un impegno difficilissimo per i rosanero, ma penso vedremo un bella partita. Anche per la Juventus non sarà facile, diciamo che il risultato è in bilico”.
“È un giovane molto interessante, che fino all’anno scorso era in Lega Pro. Siamo partiti col piede giusto. È un giocatore che ha prospettive importantissime, ma forse è chiacchierato troppo. Abbiamo la fortuna di essere davanti a un ragazzo con grande personalità, perché sapete che troppe voci potrebbero ripercuotersi in negativo sulle prestazioni. Non è che non lo sfiorano tutti questi articoli a suo favore, ma diciamo che lo toccano appena. Però è un giovane che deve dimostrare ancora. Ha l’attenzione di tanticlub, ma non è perché Stefano sia il più bravo; questi club guardano ai giovani più bravi della categoria. E lui è uno dei tanti giovani che ci sono in Serie B. Ha degli alti e bassi, dato che è il primo anno in B. Deve tenere i piedi a terra”.
“Ma no, è stata una battuta. Siccome l’anno scorso ha fatto bene, quest’estate aveva due o tre squadre di Serie A, anche straniere, su di lui. Si è ritrovato poi a Cesena, senza aver fatto il ritiro e senza tutte le cose che fanno parte della preparazione per un buon avvio. Lui non aveva nelle gambe quello che avevano gli altri, quindi ha sbagliato qualche partita e s’è trovato in panchina. Ora sembra che si sia messo a posto, sia mentalmente che fisicamente. Avrà la possibilità di far vedere le sue qualità”.
“Noi in Italia investiamo nel settore giovanile, molto probabilmente c’è qualche altra carenza. L’Atalanta, la Juventus, il Milan sappiamo quanto spendono e quanto producono. In certe società, c’è carenza di strutture, in altre di maestri. Da un paio d’anni, probabilmente, non abbiamo il coraggio di lanciare i giovani. Non è che non si lavora più. Guardiamo alla Nazionale, che sta cercando di aprire un nuovo ciclo, guardate i giocatori che sono nel giro azzurro: forse non ci sono calciatori pronti e abbiamo un po’ fretta. È un momento un po’ difficile, vanno curati tanti aspetti molto importanti”.
“È difficile, è una domanda molto difficile. Non eravamo abituati a non essere proprietari del cartellini, come in Sudamerica. Il discorso del Milan poteva essere un bene per il calcio italiano, perché sarebbero stati proventi che venivano dall’estero. Il calcio italiano è sempre stato particolare, ma succede di vedere squadre con rose di trenta calciatori e un solo italiano. Ma non mi schiero da nessuna parte, non è una cosa che vedo molto bene: non so dove arriveremo”.
Intervista a cura di
Corrado Parlati (@Corrado_Parlati)
Felice Lanzaro (@FeliceLanzaro)
This post was last modified on 28 Novembre 2015 - 14:22