Juventus-Manchester City significa tre punti e ritorno al primo posto nel girone per Allegri, per cui la preparazione della gara e del modulo da adottare, a poche ore dal fischio d’inizio, divengono fattori determinati per vincere il duello con Pellegrini.
Il conte Max, da questo punto di vista, parte sicuramente avvantaggiato. Il portiere più forte del mondo, ancora una volta decisivo quando devia sul palo il pericoloso colpo di testa di Fernando, rappresenta la solita garanzia. Altrettanto lo sono i tre colossi della retroguardia bianconera mandati in campo: Barzagli, Bonucci e Chiellini. Niente da fare, quando la posta in gioco è alta il muro bianconero diventa impenetrabile. Due gol subiti in cinque gare a sfondo europeo ne rappresentano la prova schiacciante, al di là della prestazione offerta contro i Citizens allo Stadium.
I tre insieme sono superbi ed il Kun Aguero, non certo un’attaccante come un altro, ne paga le spese uscendo a testa bassa dal rettangolo di gioco dopo settanta minuti opachi. Barzagli è la solita roccia: attento, vigile e deciso. Il numero 15 della Juventus temporeggia quando serve, riuscendo comunque a rendersi efficace nelle chiusure nonostante non ricorra ad interventi plateali da gladiatore d’arene. Eppure anche lui, quando è necessario, non esita ad immolarsi pur di non far concludere a rete l’attaccante, come nel caso di Sterling. Il suo intervento in scivolata si rivela provvidenziale quanto una parata di Buffon. Chiellini è l’esatto opposto invece, e gioca l’intera gara ringhiando come un forsennato su tutti i palloni e tutti gli avversari che stazionano dalle sue parti. Il gorilla non perde mai un contrasto, e sul piano fisico riesce sempre ad avere la meglio. In serate del genere avere a che fare con uno come lui è certamente dura per tutti. Sono queste le partite che esaltano Giorgio e le sue doti di combattente, e lo si evince anche da alcune sgroppate palla al piede per vie centrali: quando c’è da far capire agli avversari chi è che comanda lui c’è, e si rivela protagonista. Bonucci ci mette l’eleganza, come se fosse il terzo re magio ad offrire qualcosa che rappresenti un dono alla causa bianconera. Eleganza e decisione, oltre all’assenza totale di fronzoli, specie quando c’è da spazzare. Un solo brivido sul punteggio di parità, quando si perde Fernandinho che diviene libero di colpire da centro area sparando però alle stelle. Evidentemente l’occasione ghiotta capitata al City lo sprona a compiere un prosieguo di gara impeccabile, dove tra l’altro ha il pregio di farsi trovare sempre ben posizionato, anche quando Navas prova a mettere nel mezzo qualche raro ma insidioso pallone basso. Si fa sentire anche con i suoi, quando Allegri comanda di usare la testa senza perdere banalmente il pallone, richiamando il centrocampo a giocate più lucide.
Dopo quella contro il Milan, dunque, arriva la seconda vittoria consecutiva di misura per la Juventus. Quando gira cosi gran parte del merito non può che essere attribuito anche alla difesa. A quei tre pilastri piazzati lì da cinque anni, che passano i loro novanta minuti a correre, a chiudere spazi ed ingaggiare duelli spesso portati a casa. Anche contro il City è andata così, e gli inglesi per la seconda volta nello spazio di due mesi sono costretti ad arrendersi a Buffon, Bonucci, Chiellini e Barzagli. E la classifica del gruppo D adesso regala un sorriso smagliante, esaltato da quei soli due gol subiti che dispensano sintomi d’ansia a chiunque debba affrontare la Juventus. Parola di muro.
Rocco Crea (@Rocco_Crea)