Se c’è una cosa su tutte per cui si deve rendere merito ad Allegri è la mutazione genetica della squadra immediatamente dopo Conte; dopo quasi tre anni di 3-5-2, il tecnico livornese ha capito che un 4-3-1-2 poteva dare nuova vitalità alla squadra, alzando Vidal più vicino alla porta per permettergli di sfruttare al meglio le sue caratteristiche in zona gol. L’idea si è ulteriormente modificata col tempo, quando uno scoppiettante Pereyra garantiva più dinamismo dietro alle punte rispetto al cileno, riportandolo alla sua zona di competenza, ovvero nei tre mediani.
Il quasi Triplete ha convinto che quella era la strada giusta, tant’è che in estate si è cercato di ricostruire la squadra seguendo quell’ossatura, dopo i celebri addii che tutti conosciamo. Qui c’è l’errore. Ovvero poco dopo. Il mercato estivo ha offerto rinforzi che non si sposano con quel modulo, basti pensare a Cuadrado, un esterno di fascia per eccellenza.
L’errore sta nel pensare ancora in quel modo. Allegri ha spesso cambiato in 4-3-3, allargando Morata e inserendo Cuadrado a destra, ma talvolta dà ancora fiducia al suo amato trequartista, tentativo che tutte le volte fallisce. Hernanes è un interprete atipico del ruolo, non ha grande dinamismo, qualità che invece portava Pereyra l’anno scorso; lo stesso argentino purtroppo non ha quasi mai avuto importanza da settembre ad oggi per problemi fisici.
Contro il Milan la partita è cambiata quando Hernanes è stato sostituito, cambiando l’assetto in un 3-5-2, altro sistema che ha dato i suoi frutti pure con Allegri in panchina. Il succo qual è? Basta fantasista.
Voci insistenti parlano di un forte avvicinamento per Lavezzi a gennaio, elemento fondamentale per un 4-3-3. Fosse vero significherebbe che sia la dirigenza che la guida tecnica abbiano ben chiaro su che schieramento insistere, tagliando sempre più col passato.
Roberto Moretti