Juventus-Milan di sabato sera non sarà una partita normale per quanto riguarda la sicurezza: dopo gli attentati di Parigi la tensione è altissima e le norme di sicurezza sono state estremamente rinforzate. Saranno 650 gli stewart che insieme alle forze dell’ordine si occuperanno di vigilare sulla partita: uno di loro, Marco, è stato intervistato da Tuttosport per cercare di capire quale sia il clima tra questi ragazzi. “Posso dire che non ho paura senza sembrare troppo spaccone? Iniziare ad avere paura per tutto significa rinunciare piano piano alla vita. Sì, certo, se penso a quello che è successo allo stadio di Parigi mi vengono i brividi, come mi sono venuti sabato quando ho letto la dinamica di quell’attentato: il controllo dello stewart, la scoperta della cintura esplosiva, i morti… Io di controlli come quello ne avrò fatti migliaia”.
Marco è relativamente tranquillo, anche perché non sarà certamente solo: “Mi fido della Polizia e delle forze dell’ordine e delle misure eccezionali che sicuramente verranno applicate”, spiega. Il ventitreenne poi racconta: “Mia mamma è preoccupata per me. La capisco e mi spiace farla stare in ansia, vale il discorso di prima. Se non vado allo stadio, la prossima volta sarà la discoteca, perché in fondo c’è stato un attentato anche lì, no? E poi cosa? L’università, il bar, i mezzi pubblici… No dai, così vincono loro”.
Quando gli viene chiesto perché faccia lo stewart, la risposta è sincera: “Perché mi danno 40/45 euro a partita e fanno sempre comodo in tasca ad un universitario. Lo Stadium è un posto sicuro, il meccanismo di sicurezza funziona bene. Poi ogni tanto posso sbirciare la partita… Infine, lavorare allo Stadium fa anche curriculum”.