Doveva vincere e ha vinto. La Juve torna da La Spezia con il sorriso di chi ha compiuto la sua missione e la consapevolezza di essere riusciti in un’impresa che si è rivelata meno semplice di quanto qualcuno potesse prevedere. I ragazzi di Grosso hanno trionfato nonostante le assenze, nonostante in campo ci fossero soltanto una manciata di giocatori che possono essere considerati titolari. Il successo, infatti, è firmato da due nuovi, due di quelli che finora avevano avuto meno spazio: Bove e Touré, che rendono inutile il momentaneo pari di Barbato. Per entrambi si tratta del primo sigillo con la maglia bianconera in Primavera.
LA PARTITA – Grosso sceglie Audero, con Lirola, Romagna, Coccolo e Zappa in difesa, Pellini e Touré a centrocampo, Bove, Cassata e Udoh a supporto di Pozzebon. Inizialmente le squadre si studiano, con la Juve che cresce in maniera evidente col passare dei minuti e la sensazione che il gol sia nell’aria. Udoh veste i panni del trascinatore e infatti al 22′ è lui a servire l’assist a Gabriele Bove, puntuale all’appuntamento con il gol. Una rete meritata, che però non ammazza affatto la partita. La Juve continua a controllare il match, ma non lo chiude, tenendo in vita uno Spezia che, nella ripresa, esce dagli spogliatoi a testa alta. E trova il pari. Lo firma, dopo 5 minuti, Barbato, approfittando di una distrazione della retroguardia bianconera su un calcio d’angolo. Il pari non ha l’effetto della doccia gelata. Anzi, la Juve non si scompone, si riorganizza e, dopo aver sprecato alcune occasioni, trova nuovamente il vantaggio con Touré, anche lui alla prima rete bianconera. Qui la Vecchia Signora si atteggia davvero a grande squadra. Con calma e convinzione aspetta, soffre quando serve e porta a casa i tre punti. Ora ad attendere i bianconeri ci sarà la vincente dello scontro tra Genoa e Torino.
GIOIA BOVE – Una bella notizia è il gol di Gabriele Bove, giocatore che ha la Juventus dentro. Il numero 10 d’occasione, infatti, è uno dei pochi ad aver fatto tutta la trafila delle giovanili bianconere partendo da lontano, fino a togliersi una soddisfazione importante con la maglia più importante. La prima squadra non si nomina nemmeno, ora il compito è mettersi alle spalle gli infortuni e crescere con Grosso, fino a guadagnarsi la riconferma il prossimo anno. Il tempo c’è. Il cuore pure.
Edoardo Siddi
This post was last modified on 17 Novembre 2015 - 22:13