La spedizione juventina nel Valdarno inferiore, volta alla ricerca della seconda vittoria consecutiva in campionato e, con essa, di una credibilità abbondantemente deteriorata, si è conclusa con la raccolta di tre punti molto pasticciati e null’altro.
L’esibizione dei Campioni d’ Italia uscenti è stata complessivamente avvilente e scoraggiante.
Il piglio, l’approccio e il gioco ( eufemismo ) di una squadra che dichiara la ferma intenzione di volersi riposizionare ai piani nobili della graduatoria, dovrebbero essere infatti ben diversi da quelli ostentati a Empoli, assai più confacenti a una difficoltosa difesa dell’attuale settimo posto, che a qualsivoglia ambizione di abbandono dell’anonimo limbo nel quale sciagurate scelte mercantili e un’ inadeguata conduzione tecnica l’hanno relegata.
In Toscana si è visto il solito coacervo di uomini mal assemblati che camminano come stessero portando il cane a passeggio e che, impediti da un guinzaglio inesistente, non riescono a effettuare due passaggi consecutivi né a orientarsi nel traffico di contraltari addirittura più scadenti, ma almeno tesi a osservare il simulacro di spartito confezionato dal loro cianotico animatore.
I bianconeri, come al solito dominati per larghi tratti di gara e puniti alla prima conclusione, questa volta solo semiseria, hanno reagito nell’unica maniera possibile, cioè: trascinando l’ ormai congenita confusione in prossimità dell’ area ostile e confidando in un errore casuale degli avversari piuttosto che nell’estemporanea invenzione di quelli che il sig. “guido piano, ma sereno”, si ostina a confinare distanti dalle zone in cui potrebbero essere letali, esaltando un talento viceversa insensatamente mortificato.
Il “gollonzo” di Mandžukić e il successivo raddoppio di Evra, maturato a seguito di un colpo di testa eseguito più indisturbato di un profeta nel deserto, nonostante si trovasse all’ interno dei sedici metri empolesi, hanno incanalato l’ esito finale nella direzione desiderata e, affatto sorprendentemente, sino a quel momento poco meritata.
Poiché l’immaginazione viene talvolta sconfessata dalla realtà, la ripresa è riuscita a dipanarsi ancor più brutta e narcolettica della prima prima frazione. Da una parte gli azzurri di Giampaolo dimostravano poca combattività, dall’altra gli “Allegroni” non sapevano bene ( fosse una novità… ) come regolarsi, quindi, se dedicarsi all’erezione di palizzate o tentare la blindatura del punteggio.
A dirimere l’ incertezza provvedeva allora il sig. Massa di Imperia, che soprassedendo a un probabile fuorigioco di Lichsteiner convalidava il tilt ottenuto dal subentrato e smanioso Dybala a sigillo di carambole degne di un flipper, punteggiando così il tabellone in modo oggettivamente ridondante oltre misura.
Game over e tutti a casa, ma il gioco del calcio è un’ altra cosa.
Con il trittico testé concluso i movimenti ondulatori e sussultori che hanno scosso lo scanno sabaudo dovrebbero essersi attenuati, ma stante il trend delle prestazioni, se la fogliolina di fico dei risultati dovesse ancora staccarsi è ragionevole supporre che si ripresenteranno con virulenza anche maggiore.
Nel frattempo, sopra la panca qualcuno campa e un po’ più in alto qualcuno prega…
Ezio MALETTO ( Twitter @EzioMaletto )