Quando sulla panchina della Juve sedeva uno scienziato

Che c’entra uno scienzato con la Juventus? Bella domanda, verrebbe da dire. Pochi ricordano, infatti, chi è Jens Bangsbo. Danese, con due lauree – una in matematica, l’altra in fisiologia – e fama internazionale. E un passato bianconero, già. Siamo nel 2001. In panchina, c’era Marcello Lippi e il suo vice era proprio Bangsbo. Un vice particolare, più attento alla preparazione atletica che alla tattica.

Ancora oggi, quest’uomo venuto dalla Scandinavia è uno dei massimi esperti mondiali nel campo della metodologia degli allenamenti. Vanta diverse pubblicazioni nel settore ed è un vero e proprio innovatore. Sia la Uefa che la Fifa si sono servite delle sue competenze, così come la nazionale danese. E in quello squadrone, che vincerà lo scudetto del 5 maggio e arriverà in finale di Champions League a Manchester, c’è anche la mano di Bangsbo, che oggi ha una cattedra all’Università di Copenaghen.

“Lippi ha mille cose da insegnarmi, soprattutto sulla gestione del gruppo”, diceva. Regola numero uno: allenamenti col pallone, sempre, quando possibile. E poi tante idee che, se oggi possono sembrare ordinarie, allora erano proiettate al futuro, come ad esempio la preparazione mirata ad personam. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.

“In Italia ci sono i giocatori più completi al mondo, il calcio da voi è molto evoluto ed è una sfida che accetto con grande entusiasmo”, raccontava all’inizio dell’avventura in bianconero. Certo che, a distanza di anni, rileggere quelle parole fa un certo effetto: un lacrimuccia di nostalgia scende. Per quel campionato stellare, per quella Juve, per Lippi e, sì, anche per Bangsbo.

Felice Lanzaro (@FeliceLanzaro)

Gestione cookie