Sono passati solo pochi giorni, forse un paio di settimane, dall’uscita infelice dell’a.d. della Juve Marotta, “Non è un fenomeno” quattro parole che hanno fatto il giro della stampa e dei siti web e che si sono appiccicate sulle spalle del profeta Hernanes. La bufera è presto arrivata e molti hanno attaccato il dirigente juventino, reo di aver preso un giocatore non all’altezza, in maniera del tutto consapevole. Il brasiliano ha prontamente preteso spiegazioni private, queste sono arrivate e la tempesta mediatica è venuta a scemare.
Il profeta è partito, poi, da titolare contro il Torino e ancora contro il Borussia in Champions League vestendo i panni a lui più congeniali (quelli da trequartista) proprio in Europa. Tutto, allora, lascia pensare che il ragazzo, arrivato in estate dall’Inter, goda, comunque, della fiducia del tecnico e della dirigenza.
SE NON UN FENOMENO COSA ? – Fiducia che però il brasiliano stenta a ripagare. Con la maglia bianconera il profeta non ha ancora ingranato e lo dimostrano i numeri: zero goal, zero assist, zero idee, zero qualità, zero responsabilità. Qui nessuno si aspettava un fenomeno, nessuno ha gridato al colpaccio, nessuno ma proprio nessuno. Qualcuno però si aspettava qualcosa in più, qualcosa che può darti anche un discreto giocatore con buona tecnica (un giocatore normale con i piedi buoni per capirci), quel qualcosa che Hernanes ha dimostrato di avere nelle sue esperienze in Italia, prima a Roma e poi a Milano, si perché il profeta qualche gioia, prima al popolo laziale e poi a quello interista, l’ha regalata e ancora una volta lo dicono i numeri: 41 reti in maglia biancoceleste, 7 con quella nerazzurra, botte da fuori, punizioni, dribbling, assist, il tutto condito da grande correttezza ed eleganza
REAZIONE – Insomma il trequartista si trova in uno dei momenti più critici della sua carriera, i 53 minuti in cui, ieri sera, è rimasto in campo sono il perfetto riassunto del curioso caso di Anderson Hernanes: nessuno spunto, piedi a martello su Xhaka, e piedi uniti su Domiguez con contorno di cartellino rosso. Il profeta ha smesso di predicare, Marotta proporrebbe semplicemente che non è un fenomeno, Allegri che non è il trequartista da lui voluto, tutti gli altri si aspetterebbero soltanto una reazione. Anderson se sei un profeta annuncia la tua parola.
Carlo Iacono