Siamo ormai a novembre, eppure la Juventus sembra ancora essere priva di una vera e propria identità di gioco: i cambi di sicuro non hanno facilitato il lavoro a Massimiliano Allegri, che dopo una stagione così ricca di successi e soddisfazioni aveva sì bisogno di un restyling, magari non così forte, ma andando oltre gli entusiasmi legati ad una vittoria emozionante nel derby, il giro palla è ancora eccessivamente lento ed orizzontale, la manovra si basa troppo sull’estro dei singoli e poco sul gioco di squadra, e a livello tattico i tre cambi di modulo in una frazione di gara mettono in mostra ancora una certa confusione. Quale può essere, però, la soluzione definitiva a questo rebus? Noi di SpazioJ abbiamo provato a indossare i panni dell’allenatore della Juventus, proponendo uno schieramento che si basa ancora sul modulo ibrido tra 4-3-3 e 3-5-2.
3-5-2 IN FASE OFFENSIVA – Per valorizzare al meglio due esterni come Alex Sandro e Cuadrado, in fase offensiva la Juventus dovrebbe puntare su un 3-5-2 (o 3-3-4 come direbbe qualcuno). Con i due nuovi esterni in campo dal primo minuto, Allegri può contare su di una spinta costante sulle corsie esterne, evitando di sacrificare uno tra Morata e Dybala in posizioni non perfettamente consone alle loro caratteristiche e, soprattutto, senza allontanarli eccessivamente dalla porta avversaria. In questo modo, infatti, in fase di primo possesso due dei tre difensori centrali si allargano per far ripartire l’azione, consentendo ai due esterni di salire e proporsi in fase offensiva. Ad essere di fondamentale importanza, inoltre, è la posizione della Joya: quando si gioca senza un playmaker vero – Marchisio e Khedira sono giocatori tatticamente intelligentissimi, ma non saranno mai dei veri e propri registi – c’è bisogno di un giocatore “alla Tevez“, capace di abbassarsi a prendere la palla e triangolare con i compagni di squadra, soprattutto con mezzala ed esterno. E non sarà certo un caso se in questa stagione le cose migliori le abbiamo viste proprio quando Cuadrado, Pogba e Dybala hanno mostrato una buona intesa: emblematico è il primo gol segnato nel derby, con l’azione partita dai piedi del colombiano, proseguita con un delizioso velo della Joya e terminata con un destro strepitoso di Pogboom.
DIFESA A QUATTRO IN FASE DI NON POSSESSO – Si è sempre detto che il 3-5-2 sia uno schema eccessivamente difensivista, e forse non a caso in Europa è poco utilizzato. I problemi principali legati all’utilizzo di questo modulo, per quanto concerne la fase difensiva, sono i seguenti: se l’avversario attacca sugli esterni, specialmente con il raddoppio del terzino, la difesa va in pesante difficoltà (l’esterno di troverebbe sistematicamente solo contro due avversari), i centrocampisti sono costretti ad aiutare gli esterni perdendo il controllo del centro del campo, e inoltre si corre il rischio di farsi schiacciare eccessivamente dagli avversari concedendo loro la totale padronanza del centrocampo. Ma in fase difensiva, potendo contare su Barzagli, Bonucci, Chiellini e Alex Sandro non si difende né a tre, correndo il rischio di affrontare uno contro uno gli attaccanti avversari, né a cinque, ma a quattro, con Barzagli pronto a scalare a destra, riportando Bonucci e Chiellini al centro e A. Sandro a sinistra. In questo modo non si corrono i rischi elencati prima e, soprattutto, con il fiesolano schierato largo a destra nella difesa a quattro, si accorcia il campo a Cuadrado, liberandolo da alcuni compiti difensivi: il colombiano è un giocatore letale nei primi tre metri, in cui lascia secco l’avversario sorpassandolo a destra o a sinistra, e farlo partire da una posizione eccessivamente arretrata può essere un vero peccato.
Corrado Parlati (@Corrado_Parlati)
This post was last modified on 3 Novembre 2015 - 12:57