Ventotto ottobre, decima giornata di Serie A. La Juventus è dodicesima in classifica, ma la cosa più preoccupante è che quella è la notizia meno grave. Sì, perché dopo più di due mesi dall’inizio della stagione la squadra di Massimiliano Allegri è ancora priva di identità. La sconfitta rimediata contro il Sassuolo non fa che confermare quella sensazione, con i bianconeri che hanno disputato una partita scialba e incolore; le certezze sono poche, mentre sono tantissime le incognite e i dubbi sulle potenzialità di questa squadra.
La Juve di quest’anno sembra avere due facce: alterna cattive prestazioni come quella di Reggio Emilia a partite ottime, come ad esempio quelle di Champions. Difficile, quindi, poter dire quali siano le possibilità di questa squadra e dove possa arrivare a fine stagione: la sensazione è che i bianconeri siano un diamante ancora molto grezzo e che Allegri sia molto indietro nella tabella di marcia per renderla una macchina da vittorie perfetta. Il talento c’è, senza ombra di dubbio, ma alla Juventus manca un’identità di squadra, un’idea di gioco precisa: Allegri continua a predicare calma, ma all’alba del mese di novembre c’è davvero poco da stare calmi se si vuole puntare in alto come dovrebbe fare la Juve.
Parlare dell’arbitraggio è troppo facile, la Juve deve prendersela solo con sé stessa e con la sua prestazione ancora una volta insufficiente. La fortuna della Vecchia Signora, fino ad ora, era stata che la Serie A fosse davvero molto in bilico ed equilibrata. Il problema adesso è però che il campionato sembra aver trovato i suoi leader e questi non sembrano aver voglia di rallentare: il -11 dalla vetta deve essere un campanello d’allarme molto forte e deve far capire che il tempo a disposizione della Juve per ritrovarsi sta finendo. Anzi, potrebbe addirittura essere troppo tardi.
Alessandro Bazzanella
This post was last modified on 29 Ottobre 2015 - 09:19