Buffon ospite di Fazio: “Mi diverto ancora tanto, ho una passione sfrenata. La Juve? Stiamo perfezionando gli equilibri”

A “Che tempo che fa”, il programma di Fabio Fazio su Rai3, ecco un ospite d’eccezione: si tratta di Gigi Buffon, capitano e bandiera della Juventus. Da qualche “minuto”, anche il giocatore ad aver giocato di più in maglia bianconera.
Ecco un estratto della sua intervista.

SULLA JUVE – “Siamo una squadra in costruzione. Stiamo trovando e perfezionando alcuni equilibri, in breve ci porteranno ad ottimi risultati. Non so se a vincere in Italia, ma sicuramente ad essere protagonisti”.

GIGI DENTRO – “Il denaro aiuta? Sicuramente. Hai qualche grattacapo in meno, ma la felicità è fatta di tante cose. Non si può comprare la condivisione di un sentimento, o una vittoria, o di un problema. O anche qualcuno con cui condividere questo. Ho detto spesso la verità: l’ho pagata. A volte sono stato furbo, altre sono voluto andare piatto. Ma alla fine non ho nessun tipo di rimorso per nessuna esternazione. Era il pensiero di pancia del momento”.

MI DIVERTO – “Mi diverto tantissimo nelle partite, negli anni l’approccio alla professione si modifica se da ragazzo ciò che smuove tutto e’ una passione sfrenata, crescendo e conoscendo e sapendo domare la bestia, quello che ti stimola è la sfida io gioco per quello, qualcosa di impagabile”.

RECORD – “Ho 50.000 minuti in campo. Se li contiamo, sono tantissimi i minuti che ho giocato e tante sono le partite fatte. Sono contento, ma ho ancora qualcosina da dare e da conseguire”.

OBIETTIVI – “Il Mondiale in Russia è un obiettivo, un sogno che sarà difficile perché non si può ragionare a distanze così lunghe alla mia età. Decideranno il ct, le mie prestazioni e quelle degli altri portieri”.

NELLO SPOGLIATOIO – “Se faccio il vecchio saggio? Non è il mio ruolo, mi è sempre stato antipatico chi, per la sua esperienza, fa il vecchietto della situazione, dispensando consigli. Se uno decide essere ancora di essere parte integrante dello spogliatoio deve trovare un linguaggio per farsi seguire anche dai giovani”.

TREMENDO – “All’esordio? Sono lontano anni luce da quel tipo di approccio, esuberanza e mancanza di rispetto. Avevo un modo di fare troppo spavaldo. Però è stata la mia fortuna: per imporsi in settori professionistici, o sei così, con una personalità strabordante come avevo, o alla lunga vieni soffocato”.

I RUOLI – “Se fossi il mio secondo? Penserei che con Gigi davanti avrei possibilità di giocare. Da capitano capisco l’importanza di avere nel gruppo la maggior parte di ragazzi soddisfatti per essere protagonisti. Se qualche volta il mister ritiene sia l’occasione di far giocare un altro portiere, trova in me un alleato perché mi fa piacere. Nel cuore di qualsiasi secondo c’è la speranza di ritagliarsi uno spazio importante”.

ASSOCALCIATORI – “Dal 2012 sono vice presidente dell’Assocalciatori. Ho dato il mio sostegno in un momento particolare, quando giocatori con nomi spendibili dovevano prendere a cuore la nostra situazione. Non penso comunque che quello sarà mio futuro. La politica sportiva? Non ho ancora pensato o avuto l’illuminazione su quello che vorrei fare. Vorrei fare altri due anni e mezzo di carriera senza rimpianti o altri pensieri”.

LE CONTESTAZIONI – “Posso anche capire, seppur non tolleri, che in una serie remunerativa come la A il tifoso possa contestare o fischiare un giocatore. Ci sta, quanto guadagni da’ agli altri la libertà di poterti aggredire, però questo succede anche in Lega Pro, dove i giocatori percepiscono il minimo sindacale”.

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