Patrice Evra ha parlato ai microfoni di RMC di un suo probabile ritorno in Francia e del momento che sta attraversando la Juve.
Ecco le parole del terzino bianconero: “La gente è abituata a vederci vincere e c’è una grande pressione qui: il club ha preso calciatori nuovi che sono buoni, ma che non hanno mai giocato in squadre importanti e secondo me bisogna lasciargli del tempo per adattarsi. Abbiamo perso uomini dalla grande personalità, come Pirlo, Tevez e Vidal, ma non è questo il problema, sono i nuovi che devono trovare il ritmo in allenamento. Ho sempre voglia di progredire, anche a 34 anni, sono affamato e nulla è cambiato per me. Mi sento come una bottiglia di vino, più passano gli anni e più aumentano le mie qualità. Vivo una concorrenza sana, sia alla Juve sia in nazionale, e proprio per questo cerco sempre di mettere i più giovani al loro agio, anche se sanno che non gli lascerò neanche le briciole, perché io non ho alcun trattamento di favore: se non sarò all’altezza ovviamente loro prenderanno il mio posto. L’obiettivo è vincere sia con la Juventus, sia con la nazionale, sopratutto perché giocheremo gli Europei in casa. In Serie A mi trovo bene, anche se all’inizio è stato più il caso a condurmi a Torino che una scelta tecnica: sono uno sportivo che ha la competizione nel sangue e il denaro non m’interessa, non mi vedo proprio un giorno tornare a Monaco per una pensione dorata. E’ chiaro che nella vita non si sa mai quel che puo’ accadere e potrei anche tornare in Ligue 1, ma questa opzione non è al momento d’attualità. Molti spesso mi dicono che alla mia età potrei accontentarmi, ma fino a che il mio corpo e la mia testa saranno là, continuerò a giocare. Non guardo mai al passato, ma sempre al futuro: fino a quando la motivazione sarà là indosserò gli scarpini. Pogba? Per me lui è come un fratello. Ho un enorme rispetto per la sua famiglia, ma in generale mi trovo bene con tutti i miei colleghi. La fine dell’idillio con il Manchester United? E’ difficile parlarne, ma un giorno a carriera terminata potrò esprimermi con più libertà. Sono venuto a Torino soprattutto per la mia famiglia, perché il Manchester aveva messo una clausola nei nostri accordi che mi aveva fatto perdere le staffe, cambiando di netto la situazione. Non rimpiango però questa scelta, che alla fine è stata più che positiva”.
Orlando Aita (@OrlandoAita)