Undici, mancano solo undici giorni, sta per arrivare l’ora del derby d’Italia, l’ora della Milano nerazzurra e la Torino bianconera, dell’Inter e della Juve, di Mancini ed Allegri, l’ora di chiedersi cosa si vuole fare da grandi, l’ora di fare i grandi. Sarà un derby diverso, sarà un derby importante, forse il più importante post-Calciopoli (per la classifica ndr), sarà un derby formato specchio parlante: l’Inter, guardandosi, potrà capire se lo scudetto rappresenta un’utopia o un sogno realizzabile, la Juve cercherà, invece, risposte, le uniche, che potranno gettare nel dimenticatoio i problemi di inizio stagione o farli emergere più forti di prima.
QUI INTER – I nerazzurri arrivano al match con più punti in classifica, con gran fede nei propri mezzi e nella propria forza fisica, e con la consapevolezza che questa rappresenterà la prova del nove, visto il flop contro la Fiorentina e la rocambolesca partita di Marassi, che hanno fatto da seguito alle prime cinque vittorie. Mancini, che non è l’ultimo arrivato, chiede alla sorte di tenere a riparo Jovetic, acciaccato, come sempre, ma impegnato con il Montenegro. L’allenatore di Jesolo sa quanta importanza e quante insidie porta con sé il match contro la Juve, che in caso di vittoria renderebbe ufficialmente i nerazzurri candidati allo scudetto, ma che in caso di sconfitta porterebbe un contraccolpo psicologico inevitabile, e capace di far nascere qualche crepa tra le mura della Pinetina.
QUI JUVE – Match che dirà, anche, ai bianconeri cosa aspettarsi dal futuro. Gli uomini di Allegri non possono più sbagliare, in quanto ogni momento potrebbe essere cruciale in chiave rimonta. Dieci punti dalla Fiorentina, o dalla vetta se volete, sono tanti e inciampare ancora, forse, significherebbe cancellare quanto di buono fatto nelle ultime partite, e dover rinunciare già ad ottobre allo storico obiettivo del quinto scudetto di fila. Per questo i bianconeri, che ritroveranno Marchisio e forse Mandzukic, non hanno altro da pensare che vincere, perché è davvero, in questo momento, l’unica cosa che conta. Il derby parlerà e noi non vediamo l’ora di ascoltarlo.
Carlo Iacono