Domenica alle 18 è un orario per partite “a rischio”, eppure Juventus – Bologna si gioca nel tardo pomeriggio senza un reale motivo. Il clima è ancora intermedio, di quelli che non sai se stare a maniche corte o col piumino, soprattutto in questa fascia di passaggio da pomeriggio a sera di inizio autunno. Stadium ancora pieno, come mercoledì sera, e come presumibilmente sarà sempre se la Juve tornerà a fare la Juve. Anche se davanti c’è, appunto, il Bologna. Negli sguardi dei tifosi c’è forse più timore che gioia ad inizio partita, troppo brutta l’ultima Signora vista da queste parti. E i fantasmi si materializzano subito, quando dopo meno di dieci minuti e dopo un gol già mangiato da Morata, al primo vero affondo, nemmeno a dirlo, il Bologna segna. Un cross che sembra innocuo, arriva Munier solo soletto davanti a Buffon, calcia indisturbato e su un mezzo pastrocchio di Gigi la palla va dentro. Di nuovo, pazzesco. Quasi da non crederci. Il commento generale, in mezzo allo sconforto, è duplice: i pessimisti sono per un “ecco ci risiamo, quest’anno proprio non riusciamo a fare niente”, i positivi, che per fortuna esistono ancora, optano per un “per fortuna è successo subito, abbiamo tempo di recuperare”. Sì perché la Juve, contro il Bologna, può e deve entrare in campo con la convinzione e la certezza di farne almeno 3. Ma come spesso accade, e soprattutto quando accade spesso, prendere un gol dopo pochissimi minuti e al primo tentativo degli avversari mina sicurezze e gli automatismi vengono a mancare. Ne segue una mezzora di Juve arruffona, un po’ confusa, dove i tentativi di arrivare al pareggio immediato sono più di pancia che di testa. Solo Cuadrado sembra saper sempre cosa fare, e Khedira piano piano inizia a prendere in mano le redini del gioco e a gestire più palloni col passare del tempo. Non è un caso se proprio da una sua incursione e poi dal suo destro nasca il cross su cui Morata trova la deviazione vincente di testa per rimettere tutto in equilibrio. Ancora Alvaro, ancora di testa, come pochi giorni fa contro il Siviglia. Ci sta prendendo gusto lo spagnolo. Si va sotto la doccia con buone sensazioni perché soprattutto nell’ultimo quarto d’ora la Juve ha dominato e schiacciato il Bologna indietro, rischiando in diverse occasioni di segnare. E siccome l’orario ibrido e il periodo fanno sì che nell’intervallo cali il buio, allo Stadium si accendono i riflettori. Il nostro vicino di posto si augura che “magari adesso sentono l’atmosfera serale della Champions”.
Inizia il secondo tempo con la Juve che attacca sotto la Nord. Solitamente porta bene, ma ce lo teniamo per noi. I ragazzi sono decisi e spigliati, Khedira continua nella sua crescita mostruosa, Pogba finalmente gigioneggia un po’ meno, Dybala a tratti sembra imprendibile e i difensori del Bologna sono spesso costretti ad abbatterlo con le maniere forti, beccandosi i fischi di tutto lo stadio e anche diversi cartellini gialli. Ancora Morata si mette in area per prendere l’ennesimo cross, stavolta dell’ottimo Cuadrado, viene trattenuto e Celi fischia il rigore. Ancora una volta, come contro il Chievo, si presenta Dybala che con una freddezza incredibile spiazza Mirante e porta la Juve in vantaggio. Urlo liberatorio di tutto lo stadio, e la sensazione che non sia finita. Per fortuna è così, perché la partita pazzesca di Morata si impreziosisce di un’altra gemma: riceve palla al limite sinistro dell’area, vede l’inserimento di Khedira e gli recapita un cross proprio sulla testa. Sami incrocia, e la palla si insacca sul palo lungo alla destra di Mirante, proprio sotto di noi. Per la Juventuuuuussss ha segnatoooooo il numero seiiii Samiiiii KHEDIRA! Prima da titolare in campionato, primo gol sotto la Nord, prima esultanza per il nostro campione speriamo ritrovato definitivamente dopo l’infortunio. Tutto lo Stadium ne ha apprezzato l’impatto tattico e carismatico, al punto che al momento del cambio gli viene riservata una legittima standing ovation, così come a Morata. Stadium che pian pianino sta anche scoprendo e apprezzando un altro nuovo acquisto, tra i meno pubblicizzati e i meno attesi, ovvero Mario Lemina. Entrato in campo solo negli ultimi 15 minuti, ha saputo portare vivacità alla squadra e si è fatto trovare sempre pronto in mezzo all’azione, toccando più palloni in pochi minuti di quanti ne avesse presi Hernanes, ancora sottotono, nei primi 75. Molto bene, ci farà divertire ed esaltare. Piccola nota di merito anche per un Evra davvero perfetto: Sandro dovrà aspettare il suo turno con tanta, tanta pazienza, finché Patrice giocherà così.
Prima vittoria interna in casa in campionato finalmente, la seconda di fila dopo il Siviglia in Champions. Non è un caso che sia anche la seconda di fila dove un certo Khedira ha giocato titolare in mezzo al campo. Dopo la pausa, ricominceremo a correre per inseguire la splendida Fiorentina di questo periodo.
Dario Ghiringhelli (@Dario_Ghiro)
This post was last modified on 5 Ottobre 2015 - 13:27