Si avvertono segnali incoraggianti in casa Juve, segnali che non sono solo il frutto della bella vittoria, convincente sul piano tattico e tecnico, contro il Siviglia nell’ultima partita di Champions League. Mercoledì sera allo Stadium gli uomini di Allegri hanno mostrato, oltre ad una qualità di gioco elevata, di avere ancora quella grinta e quella solidità che hanno permesso alla truppa bianconera con Conte, prima, ed Allegri, poi, di conquistare 4 Scudetti, 2 Supercoppe, 1 Coppa Italia e l’accesso alla finale di Champions che mancava dal lontano 2003. Grinta e solidità che sono sinonimi di leadership che la Juve sembrava aver perso, inevitabilmente, con le partenze di Pirlo, Vidal e Tevez. Ritornando ai segnali incoraggianti, c’è la sensazione che la buona prestazione di mercoledì possa essere considerata l’inizio di un nuovo ciclo, perché alla prestazione ha contribuito un certo Khedira, e perché dopo la sosta ci saranno i rientri di Marchisio e Mandzukic, gente che in quanto a leadership e personalità ha poco da invidiare.
UN NUOVO LEADER A CENTROCAMPO – Il tedesco, in condizioni fisiche non ottimali dato il lungo stop, ha dato finalmente peso al centrocampo bianconero, un reparto che mai come nella partita di Napoli era sembrato leggero e in grande affanno, con un Lemina bravo, ma ancora troppo giovane e inesperto, un Pogba in serata no e il brasiliano Hernanes indifeso e scoperto alle scorribande degli interditori avversari. Khedira ha vestito i panni del leader, lasciati nell’armadietto da Vidal. In campo il tedesco ha soccorso i compagni che dovevano scaricare palla, ha picchiato duro, ha protetto il Profeta, e si è inserito più volte, sfruttando le palle alte e aprendo varchi a Cuadrado. Con le capacità tattiche sono emerse, anche, quelle tecniche, come il controllo palla e la visione di gioco, visione che ha permesso a Dybala di rendersi pericoloso, ricordiamo il velo geniale che ha aperto un varco all’argentino. Insomma il centrocampista campione del mondo saprà rendersi utile.
CON MARCHISIO IDEE E SERENITÀ – E se il centrocampo sembra aver trovato un nuovo guerriero nel tedesco, dopo la sosta ci sarà, di certo, il ritorno di Claudio Marchisio, l’uomo che nei disegni d’Allegri farà dimenticare Pirlo. D’accordo, Marchisio non avrà la genialità di Pirlo né le sue verticalizzazioni, ma è uno dei cinque centrocampisti più forti in circolazione e farne a meno per circa due mesi non sarebbe stato facile per nessuna squadra di vertice, figuriamoci per un reparto che ha visto insieme la sua assenza e quella di Khedira, e le partenze di top player di livello mondiale. Claudio avrà il compito di portare serenità ad un reparto sembrato più volte timoroso, sarà lui a prendere le chiavi del centrocampo, con buona pace di Hernanes. Marchisio dovrà dettare i tempi di gioco facendo contemporaneamente legna, unendo qualità, quantità e dinamismo come solo lui sa fare, e come ha fatto per gran parte della stagione passata, attraversando forse la sua migliore annata, in assenza di Pirlo.
GRINTA, ESPERIENZA E COMPETITIVITÀ CON MANDZUKIC – Oltre ai problemi del reparto centrale, molle e poco sfrontato, il pessimo avvio di stagione è passato però anche dalla difficoltà di arrivare al goal. Se nelle ultime prestazioni di Morata, Dybala e Zaza si cominciano a intravedere prospettive interessanti, di certo il ritorno di Mario Mandzukic non potrà che portare concretezza in aerea di rigore. Mario porterà competitività lì davanti, dove tutti dovranno dare il meglio per conquistarsi un maglia, porterà grinta, lotta, tanta esperienza e, soprattutto, goal. Il croato con il Bayern ha vinto una Champions, ha segnato praticamente ovunque e non ha intenzione di fermarsi adesso. Anzi, l’obiettivo è ricominciare subito a partire dal derby d’Italia. Insomma, i segnali ci sono tutti e Allegri è pronto a scatenare l’inferno.
Carlo Iacono