Sul sito ufficiale della Juventus, ecco il Professor Gaita, il cardiochirurgo che ha operato Stephan Lichtsteiner. Lo specialista, intervistato dai media ufficiali bianconeri, ha raccontato step by step i tempi di recupero del terzino svizzero, salvo quindi spiegare a fondo il problema che ha colpito il giocatore.
IL SERBATOIO DEL CUORE – “Il flutter atriale è un’aritmia degli atrii, che, volendo fare un paragone con un’automobile per essere più comprensibili, sono i “serbatoi” del cuore. Questi hanno una specie di circuito elettrico che, in caso di flutter, fa salire i battiti al minuto dai normali 60, fino a 300. Ora, non tutti questi battiti arrivano al “motore”, perché madre natura ha messo un “filtro”, chiamato nodo atrioventricolare, che ne limita il passaggio alla metà o a un terzo, quindi a 75 o a 150. Accade però che in caso di stress o di notevole sforzo fisico, possa avvenire il passaggio di tutti gli impulsi: in questi casi, con 300 battiti al minuto, si può avvertire malessere e difficoltà respiratorie, proprio come accaduto al giocatore”.
LA TERAPIA – “L’altra possibilità è prendere medicine per tutta la vita e comunque non risolvono il problema, cercano solo di prevenirlo, per altro riuscendoci solo nel 60% dei casi. L’altra possibilità è l’intervento, che abbiamo messo a punto fin dal 1992. Si tratta di un’ablazione trans catetere: si introduce un catetere dalla vena della gamba fino all’interno del cuore, si registra il circuito del flutter e si eroga quindi una piccola bruciatura dalla punta del catetere, come se fosse un piccolo elettro-bisturi. È un intervento ormai molto diffuso ed è la terapia di prima scelta per pazienti sportivi”.
TEMPI DI RECUPERO – “Sì, in trenta giorni si ha la guarigione, poi andranno rifatti gli esami e, in caso di esito positivo, verrà ridata l’idoneità agonistica. Questi tempi sono dati dalle linee guida della Medicina dello Sport, naturalmente variano a seconda del tipo di aritmia e, nel caso di flutter, la regola è un mese per il recupero”.