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Le voci della nord – Lo Stadium torna casa

La sfida col Siviglia arriva in un momento che può essere considerato il migliore o il peggiore, a seconda dei punti di vista. Dopo una prestazione così opaca come quella offerta sabato sera contro il Napoli, c’è il rischio di compromettere la qualificazione in Champions dopo aver fatto così bene a Manchester alla prima giornata. Il paradosso però vuole che proprio in queste situazioni le grandi squadre sappiano tirar fuori il meglio di sé, volendo dimostrare di non essere così brutti come sembra, e far vedere che lo zoppicamento in campionato è dovuto a tanti fattori, ma non all’imbrocchimento improvviso della squadra. E ovviamente tutti i tifosi presenti si augurano che sia la seconda. L’atmosfera di Champions ha davvero un fascino unico e la coreografia è all’altezza della serata. Uno splendido striscione in curva Sud, sulle note di quella che ormai è nota come la “musichetta della Champions”, recita “ora come allora, teniamola in Italia”, in riferimento alla Coppa vinta dalla Juve a Roma nel 1996, dal momento che quest’anno la finale sarà a Milano. Lo stadio è caldo, non c’è minima traccia di contestazione, la formazione viene scandita con urla convinte da tutti i presenti, mentre gli spagnoli sono pochi pochi, giusto qualche decina, e infatti non si sentono mai. In campo c’è finalmente Sami Khedira, con quel numero 6 che fino allo scorso anno era sulle spalle dell’attuale 10 Pogba, e si ha subito la sensazione che la personalità del tedesco, unita alla sua grande qualità tecnica e al suo carisma, possano giovare e non poco ai giovanotti là davanti. I ragazzi di Allegri dimostrano subito di avere voglia e di voler prendere le redini della partita, e così Morata e Dybala, finalmente titolari insieme, si dannano l’anima su ogni pallone giocabile. Cuadrado continua a disegnare arabeschi coi piedi di impossibile lettura per gli avversari, a una velocità supersonica per chiunque, ed è praticamente imprendibile. Anche Hernanes sembra finalmente la sua versione bella, e non quello scarabocchio visto al San Paolo pochi giorni fa. Ne esce una Juve convinta e convincente, che sfiora più volte il gol con Pogba, Dybala due volte (splendido un tiro a giro che esce di un niente alla destra di Rico), Hernanes e lo stesso Cuadrado, con un tiro da fuori che se imparasse a prendere la mira… poi quando in curva si inizia a borbottare sul ritornello di questo periodo (“ecco siamo alle solite, noi cento tiri e zero gol, loro zero tiri e vedrai che al primo colpo…”) arriva il vantaggio: Cuadrado scarica per Barzagli che in mezzo alla sua prova straordinaria mette dentro un cross un po’ molle a dire il vero, ma Morata in Champions sembra re Mida, svetta di testa tra i due difensori ospiti e la mette nell’angolino basso alla sinistra del portiere. Per la Juventuuuussss ha segnatooooo il numero noveeee Alvaroooo MORATAAAAA!!!

Intervallo che scivola via veloce, giusto il tempo di chiedersi come mai siamo così belli in Coppa e così brutti in campionato, e si ricomincia. Il Siviglia nonostante il gol subito continua a difendere in 11 dietro la linea della palla. E per fortuna che “in Europa ci sono più spazi”. L’azione della Juve è continua e costante, una finta di Khedira su un filtrante di Bonucci mette Dybala davanti al portiere ma il giovane argentino pecca in freddezza e sparacchia so piedi di Rico. Immobile, entrato nel frattempo, prende solo fischi da tutti i settori dopo le dichiarazioni dei giorni scorsi e non la vede mai. Il vero boato lo Stadium lo fa esplodere a fine gara quando Zaza si invola per 40 metri venendo sotto la Nord palla al piede, trascinandosi dietro un difensore, e infilando uno splendido diagonale di destro che vuol dire 2-0. Proprio lì, proprio sotto di noi, Simone segna il suo primo gol alla sua prima nella competizione più importante. Mica male. La Juve finisce in scioltezza con zero tiri subiti e un passettino in più verso gli ottavi. Splendida prestazione di Khedira che ha dato sicurezza non solo per le giocate, ma anche, almeno per il momento, sulla sua tenuta. E’ uscito al settantesimo, come era giusto, ma sembrava ne avesse ancora. Dopo tanto patire in questo inizio annata, lo Stadium è tornato a fare il suo effetto e a far sentire i giocatori a casa. E anche noi tifosi.

Dario Ghiringhelli (@Dario_Ghiro)

This post was last modified on 2 Ottobre 2015 - 19:24

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