Inaspettata quanto devastante. Così potremmo descrivere la crisi che ha travolto la Juventus, partita malissimo, come nemmeno i più scettici e pessimisti avrebbero potuto immaginare. Come sempre, in questi casi, ci sono una serie di motivazioni che spiegano questo inizio da film horror, a cui va aggiunta una piccola parte di imponderabile, che rende valida quella brutta regola del ‘piove sempre sul bagnato’. In tutto ciò, poi, non è certo esente da colpe Max Allegri.
Il tecnico bianconero è nell’occhio del ciclone e stavolta non si tratta di una sterile lotta tra filosocietari e vedove, come vengono chiamate le fazioni nel mondo bianconero. Questa volta le critiche hanno basi fondate sia nel gioco che nei risultati. L’ex Milan non è mai entrato pienamente nel cuore dei tifosi, nemmeno dopo la strepitosa annata che ha portato a sfiorare il Triplete, e alle prime crepe l’intero equilibrio traballa.
La Juve non è società da cambi in corsa, l’ha dimostrato più e più volte nel corso della sua storia, ma l’avvio è troppo brutto per poter essere osservato senza prendere provvedimenti. Con Siviglia e Bologna (entrambe allo Stadium) il tecnico bianconero può solo vincere, altrimenti saranno guai. Il cambio di guida non è un’ipotesi gradita, ma, con lo scudetto già fuori portata a settembre, prenderla in considerazione è d’obbligo.
I nomi dei possibili sostituti sono affascinanti: Klopp, Montella, Spalletti. A cui vanno aggiunti i meno desiderati Mazzarri e Prandelli. Per fare li toto post Allegri, però, è presto. Ora tutti intorno alla squadra, che ha bisogno di aiuto e certezze.
This post was last modified on 27 Settembre 2015 - 16:48