E’ arrivato il giorno di Napoli – Juve, la partita che per qualche motivo è sempre lunga almeno una settimana, preceduta e seguita da tante, troppe parole. Ma che di solito è almeno supportata da uno spettacolo calcistico di grande livello e che indirizza i destini dell’alta classifica. E invece in questo autunno strano e triste per tante squadre blasonate e speranzose, Sarri fa giustamente e ironicamente rilevare che questa è una sfida da metà classifica. E si, perché sia Juve che Napoli devono ancora sciogliere dei nodi importanti per poter disputare un campionato degno delle loro aspirazioni, senza neanche nominare lo scudetto. La differenza è che mentre il Napoli sta lavorando su limiti noti e ancora da guarire (la difesa traballante che vanifica spesso le mirabile di un attacco stellare, la solita fragilità da trasferta, il feeling col nuovo tecnico) la Juventus sembra ancora smarrita davanti a problemi di assestamento più grandi di quanto si potesse immaginare, che hanno prodotto finora risultati da incubo. Dopo Manchester sembrava che i problemi tattici fossero in via di risoluzione (un 4-3-3 per far posto a Cuadrado, sicuramente il più vivace fin qui), ma il contemporaneo infortunio di Morata e Mandzukic ha rimescolato ancora una volta le carte e Allegri ha dovuto di nuovo provare a trovare una soluzione plausibile. Gli attacchi al coach giunti però dopo l’ennesima figuraccia col Frosinone però mi sembrano francamente smisurati. Quando la squadra crea una trentina di palle gol ma i tuoi si bamboleggiano perché ognuno si sente in dovere di dover segnare il gol più bello alla vittima sacrificale venuta dalla Ciociaria, faccio fatica a trovare colpe alla panchina. Se non quella di aver contribuito a creare il clima da festa annunciata, togliendo dai pali Buffon (come dire che col Frosinone ci si può rilassare). Il San Paolo sarà un crocevia fondamentale sul piano mentale, ma è chiaro che qualunque risultato positivo da qui in poi dovrà passare attraverso la definitiva soluzione di alcuni problemi. In ordine sparso: 1) che qualcuno svegli Pogba, 2) che a Cuadrado e Pereyra aggiungiamo gli altri due centrocampisti, 3) che Lemina confermi di poter essere lui la soluzione al filtro davanti alla difesa, 4) che gli attaccanti smettano la sindrome da Vucinic: la palla la si butti dentro, in qualche modo.
P.S. Che qualcuno ci spieghi perché i tifosi della Juve non ci potranno essere.
Salvatore Arpaia