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Mancanza di leader, investimenti non giustificati e infortuni: dentro la crisi Juve!

Mai la Juventus, nell’epoca dei tre punti a vittoria, era partita così male in campionato, ottenendo appena 5 punti nelle prime 5 giornate di campionato. Bisogna tornare indietro di 45 anni per trovare un avvio di Serie A così deficitario: annata ‘70/’71, ma c’erano ancora i due punti per vittoria. Indovinate chi vinse il campionato quell’anno? Ebbene sì, fu proprio l’Inter, guarda caso ora in vetta al campionato. Dati preoccupanti, molto preoccupanti, che obbligano a delle profonde riflessioni. Andando controcorrente rispetto a quanto detto da Allegri, a noi le prove offerte dalla Juventus quest’anno (fatta eccezione per la gara di Manchester) non sono piaciute e alla squadra, alla dirigenza e alla guida tecnica abbiamo tanto da rimproverare.

MANCANZA DI LEADER EMOTIVI – Al di là del gioco, al di là dei goal, è evidente che alla Juventus ultimamente sono mancati troppo spesso dei leader emotivi, più che tecnici, giocatori in grado di mettere in campo prima di tutto gli attributi e poi la classe. Il calcio ci ha insegnato che è impossibile raggiungere risultati di livello senza determinazione, grinta e concentrazione. La classe e la qualità, ovviamente, sono elementi necessari, ma non sufficienti. L’Inter di questo inizio di campionato ne è l’esempio più diretto: gioco ancora poco fluido, ma tanta concentrazione e solidità. Noi non crediamo alla sfortuna nel calcio e se attacchi per 90 minuti e subisci goal alla prima occasione concessa agli avversari c’è qualcosa che non va. Non va la fase offensiva, non efficace (5 gol su 103 tiri fatti) e cinica (troppe occasioni da goal non concretizzate), non va la fase difensiva, poco attenta e concentrata (Lichtsteiner perde Thereau contro l’Udinese, Pogba perde Blanchard contro il Frosinone, per fare solo due esempi). Insomma, ci pare che il problema sia più di testa che tecnico: non ti servono mica Messi e Ronaldo per vincere contro Udinese, Chievo e Frosinone in casa.

GIUSTIFICARE GLI INVESTIMENTI – Altri grossi interrogativi, poi, ci sorgono sul calciomercato estivo, caratterizzato da investimenti complessivi di oltre 100 milioni di euro e, a nostro parere, anche da scarso confronto tra allenatore e dirigenza. Al di là delle dichiarazioni pubbliche di Marotta e Allegri, il primo sicuro di aver fornito al tecnico una squadra sufficiente per rivincere lo Scudetto, il secondo convinto di dover guidare un anno di transizione, è palese una discordanza di pareri tecnici tra i due. Per Allegri, Zaza, Dybala e Mandzukic sono tre prime punte che, tendenzialmente, “agiscono nella stessa zona di campo”. Una domanda, dunque, nasce spontanea: ha senso comporre un attacco con 4 prime punte (la quarta è Morata che può adattarsi a fare la seconda, così come Dybala)? Non dimenticando che Alex Sandro e Dybala, i giocatori più pagati da quando Andrea Agnelli è presidente, sono partiti quasi sempre dalla panchina e gli investimenti, soprattutto alla Juventus, vanno valorizzati e giustificati!

INFORTUNI – Poi ci sono gli infortuni: troppi per essere casuali. Anche qui, noi alla sfortuna non crediamo. Già più di 10 a settembre, quasi tutti muscolari. Qualcosa nella preparazione è stato sbagliato. E’ difficile trovare costanza di risultati ed un’identità di gioco se non si può contare con continuità su uno stesso gruppo di giocatori.

Serve un cambio di rotta, e al più presto!

Luca Feole

This post was last modified on 9 Dicembre 2015 - 20:13

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