E’ l’estasi del dribbling e della giocata che tolgono il fiato, ma anche leziosità e il crogiolarsi nei suoi stessi numeri, nella sua stessa grandezza. Pogba contro il Frosinone ha avuto tutto nelle sue mani: ha sentito il pubblico alzare i decibel nel primo tempo ogni volta che il pallone passava dalle sue parti, ma anche spegnersi clamorosamente a un minuto dalla fine dopo quella marcatura persa su Blanchard. La parabola di una serata: quanto presto si fa a salire in cielo, quanto presto si fa ad essere sbattuti a terra.
Tutto ciò però non vuol dire scaricare le colpe sul francese classe ’93 (ogni tanto è bene ricordarlo) per il pareggio subito. Si tratta solamente di rimarcare il fatto che, dopo aver fatto vedere di cosa è capace con la palla al piede, in questa stagione si tratta di dover diventare leader della squadra. Quel 10 che vede sugli armadietti di Vinovo e negli spogliatoi dello Stadium sta lì, a ricordarglielo. Indelebile nella sua mente e su quella maglia a strisce bianconere con la quale vuole raggiungere ancora tanti traguardi.
Certo è che nella mente sua e dei tifosi c’è ancora quella traversa che vibra dopo una stacco da cestista. Ma la differenza sta in quei centimetri che separano la rete dalla traversa, la gloria dallo smacco.
Oscar Toson
This post was last modified on 23 Settembre 2015 - 23:33