Buona, anzi buonissima. La felice campagna in quel di Manchester dimostra che la squadra ha qualità, ma una qualità diversa e nuova da quella a cui siamo stati abituati fino a maggio; valorizzarla è il compito di Allegri e per rispettarne la diversità occorre cambiare qualcosa anche nella filosofia di gioco, nella preparazione tattica. Il mister l’ha capito e ha rischiato un 4-3-3 che ha dato i suoi frutti, seppur con la sofferenza del caso.
Ora parte una nuova era, in cui le idee prenderanno lo spazio alla consuetudine; gli esperimenti verranno rischiati, la novità piace, ci vuole. Lo stesso discorso andrà fatto con gli uomini in campo, più per ragione di turn – over che per motivi di innovazione e cambiamento; un nome, Simone Zaza.
Voluto, comprato, tenuto, ora nessun minuto di gioco tra Udinese, Roma e Chievo. Ci si aspetta un suo utilizzo tra questo week end e il turno settimanale (Genoa e Frosinone), come alternativa alla punta centrale, qualora ci sia ancora sfogo al 4-3-3 o come attaccante nello schema a due punte.
Non è il momento di ribaltare ancora la squadra, forse sarebbe più saggio partire con quasi tutti gli stessi di Manchester e dare poi spazio a Simone, o ad esempio Lemina, nell’ultima mezz’ora. Allegri, con capacità oratorie, dovrebbe far capire a chi gioca meno che vanno settati tutti gli equilibri e che ci vuole un po’ di tempo in più, prima di concedere minuti e presenze ai rincalzi.
E’ una fase delicatissima, ci vuole INTELLIGENZA.
Roberto Moretti
This post was last modified on 17 Novembre 2015 - 15:23