Tempo di presentazioni, di nuovi volti e di tante speranze. Anche per Max Allegri, s’intende: oggi ha definitivamente lanciato la sua app. E l’ha fatto ovunque: dagli studi di UnoMattina al Samsung District. Fino al solito cerchio di cronisti attorno a lui.
Qui, i passaggi più importanti.
UNO STRUMENTO – “L’App?Non ci sono segreti, è uno strumento di lavoro che ho deciso di lanciare insieme ai miei collaboratori circa un anno fa. Abbiamo avuto una esperienza in Kazakhistan, dove c’è un grosso sviluppo del mondo del calcio nel settore giovanile. Ho avuto questa idea, è impossibile raggiungere tutti i posti e abbiamo pensato a questa applicazione per smartphone e altri strumenti tecnologici. Non si parla solo di tattica e tecnica, ma anche di nutrizione. È un aspetto importante nel mondo del calcio, spesso sottovalutato”.
NIENTE MODULI – “Le grandi squadre sono composte da grandi calciatori, ma è importante costruire e insegnare ai ragazzi. Ci sono delle linee guida del mio pensiero e delle mie idee di lavoro. Di segreti nel calcio non ce ne sono. L’idea è quella di trasmettere il mio metodo di lavoro in merito al calcio, cercando di costruire le idee di nuovi allenatori. Soprattutto a quelli dei settori giovanili, ma anche a quelli delle prime squadre. Bisogna insegnare molto ai ragazzi che si avvicinano a questo sport”.
CALMA – “Zero punti? Ai tifosi dico soltanto di stare sereni. Ci sono le chance per fare una grande stagione. E sulla Champions: è un sogno, una competizione importante da giocare. La affronteremo come abbiamo fatto durante la scorsa stagione”.
QUI AL SAMSUNG DISTRICT – “Solo due anni fa mi sono incuriosito ai social: non li amavo particolarmente. Si è aperto un mondo nuovo, e un anno fa è arrivato il viaggio in Kazakistan: lì ho conosciuto persone che volevano far crescere un paese nel mondo. Ci sono tanti continenti che hanno grande energia nel voler sviluppare il calcio: hanno grandi risorse economiche, così mi è venuta questa idea per realizzare qualcosa che sia uno strumento di lavoro importante per tutti. Sono un allenatore di prima squadra, ma mi reputo un allenatore di settore giovanile: mi piace insegnare, seguo molto il settore giovanile. Reputo sia importante in Italia e nel mondo, dove dicono manchino giocatori. Vorrei mettere la mia esperienza da allenatore, e del passato da calciatore, a disposizione di tutti. È il mio metodo di lavoro: ci credo tanto”.
NUOVO CALCIO – “Il calcio si è evoluto negli ultimi anni, ha passato epoche diverse e dobbiamo riequilibrare le cose. Con l’avvento di nuove metodologie di lavoro e nuovi sistemi abbiamo perso l’abc del calcio. Che dev’essere semplice, e più è semplice, più è sofisticato. Il semplice è la cosa più difficile da fare: ci sono molte cose e con questa applicazione posso aiutare. Con il mio staff e la parte tecnica, con alimentazione e psicologia che nel mondo dove calcio sono poco sviluppate. La nutrizione ti aiuta a vivere meglio con prestazioni importanti, a prevenire infortuni. Abbiamo trenta giocatori ma non tutti hanno bisogno della stessa alimentazione. La psicologia e gestione delle risorse umana è importante: c’è molto da lavorare e fare, queste sono due parti sviluppate cercando di dare un contributo a tutti dal settore giovanile alla prima squadra, così da far crescere ragazzi con insegnamenti calcistici e non che possono avere una buona condizione di vita per affrontare il futuro in un certo modo. Credo nei giovani, siamo andati verso la costruzione della squadra in un certo modo: servono educatori, bisogna tornare a fare questo. Senza che poi si dica che in Italia non ci sono giocatori: occorre andare a lavorare sui singoli, sul settore giovanile. E lasciare da parte gli schemi: togliere ai ragazzini la creatività è un danno, altrimenti lo spettacolo ne viene meno ed i giocatori di oggi lo sentono. Adesso ci sono molti giocatori che sono polli da allevamento, bisogna aiutare i ragazzini a pensare: perché pensando possono fare cose migliori. Il calcio è molto semplice, e noi come nella vita abbiamo reso complicato tutto quello che era semplice”.
A MARGINE DELL’EVENTO – “Diciamo che in questo momento siamo una squadra in costruzione, non sappiamo dove possiamo arrivare e quali siano i margini di miglioramento. La nostra stagione inizia questa settimana. Il Chievo? Contro di loro inizia la mia seconda avventura in bianconero. Adesso inizia un mese intenso fra campionato e Champions. Dobbiamo lavorare. Anno di transizione? Nelle grandi squadre l’anno di transizione non esiste. La rosa è di ottimo valore ma con dieci giocatori nuovi è normale che serva del tempo. Quanto pesano le assenze? Pesano solo perché non abbiamo fatto ancora un punto altrimenti non avrebbero pesato. Attraverso le difficoltà torneremo a fare quello che sappiamo. Il rientro di Marchisio? Oltre a lui abbiamo Lemina e Hernanes a disposizione. Rimane fuori solo Khedira. Penso solo positivo e non vedo perché si debba fare altrimenti. Abbiamo tutte le potenzialità per fare bene. Vincere non è mai scontato, in nessun caso. Le avversarie si sono rafforzate e noi dobbiamo confermarci. Il derby di Milano? Si affronteranno due squadre che possono ambire allo scudetto e stanno già dimostrando di poter lottare al vertice”