Il libro Calciopoli si arricchisce di un’ulteriore pagina: la Corte di Cassazione, come si legge su ilsole24ore.com, si è espressa oggi riguardo le accuse che Massimo De Santis rivolse a Massimo Moratti, Gianfelice Facchetti e Marco Tronchetti Provera. L’ex direttore di gara di Serie A accusò gli ex dirigenti dell’Inter di aver conferito nel 2002 a Giuliano Tavaroli, per contro della Telecom S.P.A., l’incarico di spiarlo e la successiva creazione di un dettagliato dossier di spionaggio denominato “Operazione Ladroni”. L’attività di spionaggio già in ambito penale è costata una condanna ad Emanuele Cipriani, titolare dell’agenzia investigativa, e allo stesso Tavaroli. Pedinamenti, controlli dei tabulati telefonici, visure bancarie e in certe casi spionaggio allargato ai parenti più stretti delle persone coinvolte.
Nonostante le importanti confessioni dello stesso Tavaroli, che nell’aula bunker della Corte d’Assise di Milano dichiarò che “l’operazione Ladroni mi venne commissionata dall’Inter nella persona di Moratti, poi la feci con Facchetti”, per la Cassazione (sentenza n. 17547 depositata il 3 settembre), che ha confermato quanto stabilito dal tribunale di primo grado, “non vi è prova che la raccolta delle informazioni sia imputabile a Fc Internazionale, sulla base di tutte le risultanze probatorie in atti, da cui risulta che, gli accertamenti illeciti furono materialmente posti in essere dai dirigenti responsabili del cd. gruppo Pirelli-Telecom, anche attraverso strutture societarie ad essi facenti capo, e, sul piano giuridico-economico, il costo degli abusivi accertamenti fu sostenuto solo da Pirelli spa; laddove soltanto il teste Tavaroli aveva dichiarato di aver ricevuto l’incarico di spionaggio dalla società calcistica, dichiarazione, tuttavia, di scarsa rilevanza probatoria, atteso che detto incontro – di cui peraltro, a differenza degli altri, erano rimasti indefiniti tempo e luogo – sarebbe avvenuto soltanto alla presenza di Giacinto Facchetti, che tuttavia era venuto a mancare pochi giorni prima della deposizione in questione, dunque senza la possibilità di acquisirne riscontro; del resto, la situazione si palesa evidentemente diversa dalla cd vicenda Vieri, ove la fatturazione delle prestazioni volte ad acquisire illecitamente dati personali è avvenuta nei confronti della società predetta”.
Sebbene per la Corte di Cassazione la “pesante condanna di De Santis da parte del Tribunale di Napoli per reati di frode sportiva non è derivata dal cd dossieraggio svolto a suo carico”, sorge spontaneo porsi qualche quesito: come mai furono svolte indagini sui protagonisti di Calciopoli tra il dicembre 2002 e l’inizio del 2003, un anno e mezzo prima della Procura di Napoli? I dirigenti del “cd. gruppo Pirelli-Telecom” che interessi avevano a spiare un arbitro di Serie A?
Nicola Frega (Twitter @NicolaFrega)
This post was last modified on 5 Settembre 2015 - 16:32