Berlino, 6 giugno 2015: la Juventus perde la finale di Champions League, contro il Barcellona. Tre mesi dopo quella notte, tante cose sono cambiate: un ciclo è finito, un altro sta iniziando. Non ci sono più Tevez, Pirlo e Vidal, protagonisti e leader indiscussi dei quattro anni precedenti, ma sono arrivati tanti nuovi elementi pronti a dare il massimo. Senza dubbio, l’inizio a dir poco stentato non lascia tranquilli: da quando esiste il girone unico, la Juventus non era mai partita così male. Tuttavia, ci sono tanti motivi per credere in un cambiamento di rotta da parte degli uomini di Massimiliano Allegri, chiamato a plasmare la sua “prima” Juve.
IL RIENTRO DEGLI INFORTUNATI – Prima di tutto, c’è da sottolineare che quella vista nelle prime due giornate di campionato non era la formazione tipo, anzi. Mancava un tassello fondamentale come Claudio Marchisio, importantissimo nell’economia del gioco bianconero, senza dimenticare Alvaro Morata – entrato solo a partita in corso contro la Roma – e Sami Khedira, grande colpo del mercato estivo. Marchisio e Morata saranno a disposizione da dopo la sosta, mentre per Khedira bisognerà aspettare: è anche per questo motivo che la dirigenza si è cautelata con l’acquisto di Lemina.
L’INSERIMENTO DEI NUOVI – Lemina, appunto, fa parte della folta colonia dei nuovi acquisti. Dieci volti nuovi chiamati a dare nuova linfa al progetto juventino, ma che ovviamente necessitano di tempo per integrarsi tra di loro. C’è bisogno, infatti, che inizino a scattare i giusti automatismi, da trovare solo con il passare degli allenamenti e delle partite. Potrebbe volerci anche qualche mese, ma è il costo da pagare per continuare a essere competitivi anche in futuro.
LA PRESENZA DEI SENATORI – Infatti, è proprio al futuro che guarda questo cambiamento: l’età media della rosa è stata notevolmente abbassata, elemento che garantisce continuità ai successi della Vecchia Signora. Tuttavia, non bisogna temere: ci sono ancora i senatori a trasmettere lo spirito bianconero. Prima di tutti, capitan Buffon, vero e proprio faro di questo gruppo, ma senza dimenticare Bonucci, Chiellini e Marchisio, che avranno il compito, importantissimo, di facilitare l’inserimento dei nuovi nel gruppo e guidarli nei momenti di difficoltà, come questo.
IL CAMPIONCINO – L’ultimo motivo – non di certo per importanza – che può far ben sperare ha un nome e cognome: Paulo Dybala. L’argentino, sicuramente uno dei colpi più importanti del panorama europeo, dovrà dimostrare di valere i 32 milioni più bonus sborsati per il suo cartellino. In queste prime uscite, abbiamo già intravisto di che pasta è fatto: in Supercoppa, entrando a partita in corso, è riuscito a mettere a segno la sua prima rete con la nuova maglia; contro l’Udinese, sempre da subentrante, ha fatto capire di poter diventare davvero fondamentale per questa formazione, grazie alle sue indiscutibili doti tecniche, e, infine, contro la Roma, ha segnato il “gol della speranza”, che ha riacceso l’animo di una Juve apparsa fino a quel momento poco aggressiva. È da lui e da quegli ultimi 10 minuti che si deve ripartire.
Felice Lanzaro (@FeliceLanzaro)
This post was last modified on 3 Settembre 2015 - 09:00