L’avvio è stato di quelli scioccanti. A furia di raccontare di record infranti ci eravamo dimenticati che esistono anche quelli negativi, una sconfitta in casa alla prima di campionato non l’avevo mai vista. Eppure la prima formazione di cui mi ricordo cominciava con Anzolin! E’ chiaro che una rifondazione di queste dimensioni non poteva non portare conseguenze, ma un avvio così proprio non l’avevamo considerato. Ora bisogna solo capire quanto tempo ci vorrà perché i pezzi del puzzle comincino ad andare al proprio posto. Le strategie di mercato condizionano sempre di più nel calcio moderno e la riprova è che alla prima di campionato nessuna delle pretendenti alla vittoria finale era pronta e le società sono ancora più impegnate sul mercato che credibili per la squadra messa finora in campo.
Per rimanere agli affari nostri, anche Allegri sembra ancora alla ricerca della forma migliore. Il ritorno al 3-5-2 di Conte, abiurato progressivamente nel corso della passata stagione perché non ritenuto adeguato al palcoscenico europeo, è andato in scena gioco forza con protagonisti dal livello qualitativo ben diverso. Se davanti alla difesa c’è Padoin e non Pirlo, con tutto il bene che ogni juventino vuole a Simone, non si può suonare lo stesso spartito. E la sostituzione di Carlitos, lo sapevamo, non potrà essere indolore. L’onere del ribaltamento del copione dovrebbe toccare molto a Paul Pogba che di Tevez ha ereditato la maglia, ma obiettivamente il francese ha steccato la prima in malo modo; ci vorrà ben altro che qualche finezza inefficace per dare il ritmo giusto alla squadra. Ma non bisogna rischiare di gettare il bambino insieme ai panni sporchi, perché senza l’unica distrazione della difesa la partita contro l’Udinese non l’avremmo mai persa. Ma forse è meglio che lo schiaffo sia stato subito di quelli forti, perché non sei vice campione d’Europa solo perché indossi la stessa maglia. Questa squadra in divenire si sta completamente rifacendo il look sulle fasce, come voleva Conte, ma con il modulo attuale può giocare o Liechtsteiner o Quadrado. Probabilmente i nuovi innesti potranno dare più chance a Mandzukic (cosa mai concessa a Llorente, peccato) e il famoso trequartista in arrivo dovrebbe essere l’alternativa per offrire opportunità palla a terra al tedesco e a Morata. E in tutto questo quale può essere il ruolo di Dybala, unico che almeno ha provato a saltare l’uomo contro l’Udinese di Colantuono? Una squadra che tatticamente è lontana anni luce da quelle spumeggianti di Guidolin, ma non sarà l’unica squadra ad esibirsi così allo Stadium. Il rischio è quello di incartarsi in attacco come la Juve Contiana del pre-Tevez. Abbiamo bisogno di far convivere quanti più giocatori che sanno giocare al calcio. Il tempo è tiranno, Roma e City sono già dietro l’angolo.
Salvatore Arpaia