L’Etihad è d’una bellezza travolgente, il City d’una forza imbarazzante, Pellegrini d’una intelligenza spesso decisiva. L’ingegnere si trova sulla strada della Juve con un light blue che indica speranza, voglia di vincere, di dominare. E il mercato ha di fatto preso in contropiede il Fair Play Finanziario come uno di quei guizzi della punta di diamante, Raheem Sterling. Settanta milioni per strapparlo al Liverpool, ottanta in arrivo al Wolfsburg per prendere invece De Bruyne. La potenza economica è strepitosa, quella in campo ci va vicino.
IL GIOCO – La rosa ha un valore di 443 milioni d’euro: basterebbe già questo a spiegare l’incredibile virtù che il dio denaro sa donare al calcio. Eppure il City gioca senz’ansia e senza pressioni, con la certezza che prima o poi riuscirà a pungere. In un modo, nell’altro. Il 4-2-3-1 disegnato dal tecnico cileno fa tremare guardando i nomi, un po’ di spavento analizzando il gioco. Hart in porta può essere talvolta il punto debole, mai però quanto la difesa: Otamendi aiuterà, poi molto dipenderà da Kompany e Mangala. In mezzo, talento puro: Fernandinho tiene botta, Touré dispensa saggezza calcistica. Tutto guadagno della trequarti, impressionante sotto tutti i punti di vista: dall’estro di Silva alla corsa di Sterling e Jesus Navas. E aspettando De Bruyne, ci pensa Aguero a rompere le difese altrui.
GIOCATORE CHIAVE – Ed è proprio l’argentino l’uomo da tenere d’occhio. I Citizens gli hanno dato la ’10’, el Kun ha ripagato già in passato con 108 reti in 167 presenze. All’Etihad è una sentenza: in pratica, quando il Manchester gioca in casa, è come se partisse sempre in situazione di vantaggio. Un continuo crescendo, la storia dell’argentino col City. Che ora aspetta l’epilogo migliore possibile: alzare quella coppa che tanto aspetta lo sceicco…
L’ALLENATORE – Il suo Villareal è passato alla storia, il suo Real decisamente meno. Manuel Pellegrini ha avuto tutto e niente, nel mezzo un Malaga che ha saputo anche stupire. Da quando è a Manchester le critiche non sono mancate, i titoli nemmeno: nel palmarés c’è già una Premier League ed una League Cup, mica bruscolini. Manca quella, manca il sogno. Ma manca soprattutto un cammino soddisfacente: tra sfortuna e prestazioni opache, il trend in Champions deve assolutamente cambiare.
Cristiano Corbo
This post was last modified on 28 Agosto 2015 - 00:12